Uscire dall’isolamento
La triste vicenda al Parlamento Europeo può e deve essere deplorata. Con quale autorità deputati di altri paesi sentenziano sui fatti di casa nostra, che sono pur sempre il frutto di libere scelte elettorali e democratiche, che possono dare fastidio ma vanno rispettate?
Ma la vicenda ha dimostrato – o piuttosto confermato – in modo evidente l’isolamento in cui attualmente si trova il nostro Paese, in Europa e, temo, nel mondo. Una certa immagine dell’Italia mandolinara e inaffidabile risale a molto tempo addietro, ma decenni di politica estera equilibrata, unita alla qualità personale di nostri governanti e diplomatici, l’avevano in parte corretta (anche se restava sempre in agguato da qualche parte, tanto i pregiudizi sono lenti a scomparire). È riapparsa al tempo di Berlusconi, simpatico e poco affidabile, un classico italiano come se lo immaginano al Nord, ma poi Monti, Letta, Gentiloni, Draghi (con il loro presunto e benvenuto grigiore, che è assenza di folcloriche alzate d’ingegno) l’hanno attenuata. È inutile dire che dal giugno scorso in poi la vecchia immagine è tornata ad imporsi. Possiamo deplorarlo, possiamo anche criticare, con qualche ragione, le ingerenze altrui nei fatti di casa nostra, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti.
Ora, per chi vive al di fuori e al riparo dalla vita internazionale, questo stato di cose può parere solo un irritante ma secondario dettaglio, ma non è così. Chi conosce appena un poco la complessa realtà mondiale, il suo globalismo, l’essere tutto connesso con tutto, sa che per proteggere e avanzare i propri interessi, un Paese non di grandissime dimensioni e potere economico o militare ha bisogno di amici e alleati: tanto per far valere le proprie ragioni in Europa o all’ONU, tanto per proteggere la propria sicurezza. Sovranismo, autarchia, “molti nemici molto onore”, sono facili e talvolta anche piacevoli illusioni (chi non vi è stato prima o poi sensibile?) ma sono pericolose illusioni.
È possibile uscire dall’isolamento in cui ci troviamo? Sì, se riprendiamo la linea di saggezza che seguivamo un tempo. Sì, se la confusa ideologia populista dei grillini non ci porta, gratuitamente, ad allontanarci dai nostri amici tradizionali (magari con l’illusione della sponda putiniana). Abbiamo un punto di forza nel Capo dello Stato, che ha un carattere ferreo e non indietreggia di fronte ad alcuna esigenza, anche ardua. Abbiamo una diplomazia professionale di buon livello, guidata da un Ministro di provato equilibrio. Ma occorre che la gente, l’opinione pubblica, li sostenga. Altrimenti, si ritroveranno soli e alla lunga impotenti.
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