Il maestro di Foligno
Il maestro di Foligno che ha pubblicamente umiliato, in classe, il bambino nigeriano, dice di aver voluto fare “un esperimento sociale” per “favorire l’integrazione”. Se non è un razzista (diamogli il beneficio del dubbio) è pericolosamente inadatto ad insegnare e va, non sospeso, ma allontanato da qualsiasi incarico scolastico. Le Autorità hanno reagito, ma non con la determinazione e la rapidità del caso. Vedremo se interverrà la Giustizia.
Salvini ha naturalmente detto, difensivamente, di non aver colpa nell’episodio. Direttamente no, va da sé, ma certe cose sono il frutto velenoso di un clima, che la Lega e il suo capo hanno contribuito non poco a diffondere. Ci rifletta Salvini: si può voler mettere un limite all’immigrazione, non discriminare e maltrattare verso chi in Italia ci sta e verosimilmente ci resterà. Gli episodi di intolleranza, anche violenti, sono nelle intenzioni di Salvini e dei leghisti responsabili, ma essi sono tiepidi e ambigui nel condannarli o punirli, il che finisce per incoraggiarli.
Piaccia o no, gli immigranti, anche di colore, sono ormai una parte fissa della nostra società. La grande maggioranza di loro vive e lavora in pace, contribuendo all’economia e alla previdenza sociale. I loro figli frequentano le nostre scuole, parlano perfettamente la nostra lingua, si sentono italiani, se non altro per quel bisogno di imitazione, di omologarsi agli altri, che è proprio dei bambini. Se, per ipotesi, dovessero in massa abbandonare l’Italia, il danno regressivo per la nostra economia e previdenza sociale sarebbe enorme. Il buon senso, a parte anche l’umanità, consiglia di favorirne l’integrazione.
Non penso che Salvini sia un mostro, penso che una certa immagine la coltivi per ragioni di marketing. È la politica, anche se non proprio nobile. Ma se vuol elevarsi al livello di statista, dopo aver traghettato la Lega da forza separatista del Nord a movimento a vocazione nazionale, Salvini dovrebbe ora prendere egli stesso la testa per una specie di crociata integrazionista. Spero che abbia l’intelligenza per capirlo.
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