Suspiria (Film, 2018)
Sono entrato in sala con la precisa convinzione che il film di Luca Guadagnino mi avrebbe deluso, perché – mi dicevo – non è possibile fare il remake di un film che ha segnato un’epoca e cavarsela a buon mercato. Ebbene, mi sbagliavo. Si può fare. Non solo, grazie a una produzione ricca, basata su fondi statunitensi, è possibile persino inserire qualcosa di nuovo rispetto al già detto, realizzare un film diverso, approfondire elementi politici e psicologici. Per non parlare degli effetti speciali, davvero interessanti (merito di Franco Ragusa), di una colonna sonora suggestiva (Thom Yorke dei Radiohead) e di una sceneggiatura mai prevedibile, pur partendo da un soggetto noto come quello scritto da Argento e Nicolodi, ispirato al romanzo di Thomas de Quincey.
Guadagnino collabora con lo sceneggiatore David Kajganich – questa volta fa meglio che in A Bigger Splash – riprende la storia della scuola di danza maledetta e delle Tre Madri, ambienta il tutto nella Berlino Est negli anni bui di una città divisa da un orribile muro, parla di attentati politici, di campi di concentramento, di luoghi maledetti, di una terribile Mater Suspiriorum e di una ragazzina ancor più malefica, pronta a sfidarla. Il risultato è un film cupo e angosciante, girato quasi tutto in esterni notturni piovosi, sotto gelide nevicate, ma anche in claustrofobici interni filmati in teatri di posa. Lo spettatore resta stupefatto per la grande cura scenografica (bravo Inbal Weinberg), per le ricostruzioni certosine di arredamento e abbigliamento, ma anche per una scuola di danza infestata da streghe che non si trova a Berlino ma a Varese, niente meno che nel Grand Hotel Campo dei Fiori, all’esterno del quale è stato ricostruito il muro.
Jessica Harper fa da trait d’union con il Suspiria 1977, interpretando un intenso cameo, vero e proprio omaggio a Dario Argento e alla sua opera, così come tale va intesa l’intera costruzione cinematografica. Un horror vero, angosciante, che spaventa, incute terrore, produce ansia, forse leggermente diluito ma ogni scena non pare inutile, soprattutto il tutto è girato con grande perizia tecnica. La regia di Guadagnino è solida e priva di sbavature, buon direttore di attori, padroneggia la macchina da presa senza alcun problema, passando da inquietanti soggettive a carrelli, fino a straordinarie panoramiche e poetici piani sequenza.
Bravo Guadagnino che mi hai fatto ricredere di tutti i pregiudizi di cui mi ero caricato prima di entrare in sala, in fondo utili perché mi consentono di esprimere un giudizio più che positivo con la certezza di risultare credibile. Imperdibile.
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Regia: Luca Guadagnino. Soggetto: Dario Argento, Daria Nicolodi. Sceneggiatura: David Kajganich. Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom. Montaggio: Walter Fasano. Musiche: Thom Yorke. Scenografia: Inbal Weinberg. Effetti Speciali: Franco Ragusa. Produttori: Luca Guadagnino, David Kajganich, Francesco Melzi d’Eril, Marco Morabito, Gabriele Moratti, William Sherak, Silvia Venturini Fendi, Bradley J. Fischer. Produttore Esecutivo: Carlo Antonelli, Paul Deason, Stella Savino, James Vanderbilt, Massimiliano Violante. Casa di Produzione: Frensey Film Company, Mythology Entertainment, K Period Media, MeMoFilms, Muskat Filmed Properties, Vega Baby, Amazon Studios. Distribuzione (Italia): Videa. Paese di Produzione: Italia, Usa. Durata: 152’. Genere: Horror. Interpreti: Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloe Grace Moretz, Mia Goth, Vanda Capriolo, Jessica Harper, Sylvie Testud, Ingrid Caven, Renée Soutendijk, Angela Winkler, Elena Fokina, Frabrizia Sacchi, Christine Leboutte, Marjolaine Uscotti, Alek Wek, Malgosia Bela, Brigitte Cuvelier, Clémentine Houdart, Vincenza Modica.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]