Italia delle Regioni

Sul Reddito di cittadinanza: Cristina Grieco Coordinatrice della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni replica al Ministro del Lavoro  Luigi Di Maio, “le Regioni chiedono solo il rafforzamento dei servizi per l’impiego con assunzioni stabili e non con precari.  Leggiamo con preoccupazione le dichiarazioni del Ministro Luigi Di Maio proprio mentre le Regioni con le strutture del ministero stanno facendo passi importanti per trovare una giusta soluzione al tema dei cosiddetti navigator”, lo ha dichiarato Cristina Grieco, Coordinatrice della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, replicando alle dichiarazioni rilasciate oggi dal Ministro Luigi Di Maio. “Noi stiamo prospettando ipotesi – ha spiegato l’Assessore della Regione Toscana – che tengano conto dell’impatto che il provvedimento sul reddito di cittadinanza avrà sui servizi per il lavoro e sulle competenze, a legislazione vigente, delle Regioni. Il Ministro invece sembra volere invece una rottura istituzionale.

Le Regioni nella seduta di ieri hanno discusso a lungo lavorando sull’ultima proposta formulata dal ministero, apportando modifiche emendative tese a far funzionare la complessa architettura del reddito di cittadinanza. In particolare considerando il necessario coordinamento con il territorio e con le politiche regionali. “Siamo di fronte ad una scelta importante, per cui è opportuna la massima chiarezza: le Regioni stanno chiedendo solo – ha concluso Cristina Grieco – di rafforzare i servizi con assunzioni stabili e non con migliaia di precari contrattualizzati in modo massivo e frettoloso. E lo vogliono fare di intesa con il Governo, come prevede il dettato costituzionale. Ma talvolta il Ministro sembra ‘navigare’ in direzione opposta”.

Predisposta dalla Conferenza delle Regioni la nuova piattaforma per il rinnovo del Patto Salute con il Governo. Lo riferisce il presidente Stefano Bonaccini spiegando che si tratta di “una piattaforma da cui partire, perché vogliamo cogliere, con spirito totalmente collaborativo, l’idea che riscrivere un Patto per la Salute oggi sia necessario, ma prendendolo, come dire, a 360 gradi e affrontando tanti temi sul tappeto”. “Credo che possa essere una discussione importante, – afferma Bonaccini – anche perché per le regioni riguarda circa i due terzi della spesa dei loro bilanci”. “Sulla scadenza del 31 marzo della discussione sul Patto dico che chi aveva chiesto questa data era stato il Governo, io avevo acconsentito ma non mi impiccherei a una settimana in più o in meno. Mi auguro che eventualmente – ha concluso il presidente della Conferenza delle Regioni – il termine non sia troppo rimandato perché di questa discussione abbiamo assolutamente bisogno”.

Il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta, spiega come “il lavoro sul Patto della Salute non è di ordine tecnico sulle piccole cose, riguarda il sistema sanitario, quindi il tema del finanziamento, della governance, del rapporto con le regioni e devo dire noi chiediamo anche un riconoscimento per il lavoro che abbiamo fatto come regioni in questi anni”.

“Abbiamo indicato in un documento – aggiunge Saitta – che cosa dice la Corte dei Conti sul contributo che il Sistema Sanitario ha dato all’equilibrio economico del Paese, e parliamo di oltre 6 miliardi. Ma facciamo riferimento anche a documenti della Ragioneria dello Stato. Noi poniamo il problema delle risorse necessarie, un patto vuol dire indicare quante risorse mette il governo nei prossimi anni in funzione del quale fare la programmazione. Il patto chiede di stabilire qual è il ruolo delle regioni e qual è il ruolo dello Stato. Su questo la Carta costituzionale è chiara, le regioni gestiscono e organizzano, e quindi noi vogliamo evitare eventuali invasioni. Serve una sana e utile collaborazione, altrimenti non si va da nessuna parte”.

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