Euforia (Film, 2018)
Valeria Golino, alla sua seconda prova da regista dopo il convincente debutto in Miele, di nuovo presentata a Cannes nella prestigiosa sezione Un Certain Regard, torna a indagare il mistero della morte, da un diverso punto di vista.
La regista – anche sceneggiatrice con Marciano e Santella – racconta la storia di Matteo (Scamarcio) ed Ettore (Mastandrea), due fratelli completamente diversi, il primo ricchissimo ed esuberante uomo d’affari gay, il secondo introverso e ordinario professore di liceo. La vita dei fratelli subisce una brusca sterzata quando un giorno Matteo viene a sapere dal medico che Ettore ha un tumore incurabile al cervello e gli restano pochi mesi di vita. In poco tempo tra i due le cose cambiano e la regista è molto brava a far percepire il modificarsi del rapporto sequenza dopo sequenza, senza mai scadere nel patetico o nel convenzionale. Matteo protegge la serenità di Ettore, cerca di non far trapelare il problema, lo fa curare senza confidare a nessuno che la malattia è terminale, tenta di alleviargli le sofferenze ospitandolo in casa propria, organizzando un incontro con la sua amante (Trinca), occupandosi del nipote e illudendo la ex moglie che il marito sia ancora innamorato. Nel frattempo continua a mandare avanti una vita di eccessi, tra cocaina, festini, incontri gay, ubriacature e persino un maldestro tentativo di suicidio.
Un film intenso e commovente, diretto da una regista talmente in forma da riuscire a capire quando è il momento di alleggerire il tono e di sdrammatizzare. Fotografia sporca, giallo ocra, molti notturni e luminosi risvegli; montaggio riflessivo, da vero cinema d’autore, mai pesante, perché i 120 minuti della proiezione volano via rapidamente. Attori ben calati nelle parti, soprattutto Scamarcio (credibile gay in preda agli eccessi) e Mastandrea (fratello dalla maschera dolente e affranta) che sono sempre sulla scena. Finale stupendo, in un crescendo di emozioni, tutto sommato lieto, nei limiti in cui una simile storia può concepirlo.
Un film da vedere, senza pregiudizi o timori, perché la regista riesce a parlare di un tema così delicato con grande leggerezza, rendendo la storia lieve e al tempo stesso intrisa di significati. Un piccolo gioiello della cinematografia indipendente italiana.
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Regia: Valeria Golino. Soggetto e Sceneggiatura: Francesca Marciano, Valia Santella, Valeria Golino. Fotografia: Gergely Pohámok. Montaggio: Giogiò Franchini. Musiche: Nicola Tescari. Durata 115’. Genere: Drammatico. Produttore Viola Prestieri. Case di Produzione: HT Film, Indigo Film, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti: Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Valentina Cervi, Jasmine Trinca, Andrea Germani, Marzia Ubaldi, Iaia forte, Francesco Borgese, Jacopo Pisani.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]