Quebec (Canada), al bando le religioni?
Agli antipodi dalla linea del Governo, il parlamento del Quebec voterà una legge che vuole imporre il divieto di indossare simboli religiosi ad alcune categorie di dipendenti pubblici.
Qualche giorno fa, il governo del Quebec ha depositato un controverso progetto di legge sulla laicità dello Stato, che prevede il divieto di indossare simboli religiosi a diverse categorie di dipendenti pubblici, tra i quali figurano i poliziotti, i giudici, ma anche gli insegnanti. Questo testo, che coinvolge tutte le categorie di dipendenti che ricoprono cariche di responsabilità e controllo, è stato il cavallo di battaglia della campagna elettorale della Coalition Avenir Quebec (CAQ, centrodestra), arrivata al potere nell’ottobre scorso.
Il divieto dovrebbe entrare in vigore abbastanza rapidamente visto che il Partito nazionalista del Primo Ministro François Legault, maggioritario nell’Assemblea, si è impegnato a farlo adottare entro Giugno. Il progetto di legge si trova agli antipodi delle posizioni difese dal Primo Ministro liberale del Canada, Justin Trudeau, paladino del multiculturalismo. “Per me è impensabile che, in una società libera, possiamo legittimare la discriminazione nei confronti di alcuni cittadini per via della loro religione”, ha dichiarato Trudeau alla notizia della presentazione del progetto di legge, che ha ammesso non aver però ancora letto.
Per prevenire qualsiasi tipo di contestazione giuridica, il Governo ha invocato una clausola costituzionale che gli permetterebbe di sottrarre, per una durata di cinque anni, il suo progetto di legge dall’applicazione della Carta canadese dei diritti e delle libertà. Questo documento costituzionale garantisce “la libertà di religione” e, a questo titolo, la possibilità di indossare qualsiasi simbolo religioso. “Alcuni penseranno che ci siamo spinti troppo oltre, altri non abbastanza. Da parte nostra siamo convinti aver trovato il giusto equilibrio”, ha dichiarato alla stampa Simon Jolin-Barrette, Ministro dell’Immigrazione garante della riforma.
Il divieto non si applicherà che ai nuovi dipendenti pubblici, avendo i funzionari anziani acquisito il loro diritto perché da tempo “occupano lo stesso incarico nella medesima organizzazione”, precisa Simon Jolin-Barrette. “Voglio che questo dibattito si svolga senza confusione, o con meno confusione possibile”, ha sottolineato François Legault, poco prima che venisse depositata la proposta di legge. “Questo progetto di legge rappresenta un vero e proprio gesto di affermazione. Si tratta di iscrivere per la primissima volta nella legislazione del Quebec il principio di laicità dello Stato”, ha fatto presente. Il Quebec, società dominata fino al 1960 dalla Chiesa cattolica, si lacera da più di dieci anni sulla questione della laicità, questione che i precedenti Governi liberali e del Partito del Quebec non hanno risolto.
Inoltre, e secondo una mozione votata all’unanimità dai deputati, il crocifisso che troneggia all’Assemblea nazionale del Quebec verrà tolto in caso di adozione del progetto. Il Governo ha peraltro deciso di non porre fine al finanziamento dello Stato alle scuole private religiose, finanziamento che equivale a quasi il 60% delle rette di questi istituti, afferma il ministro. Nel documento si chiede altresì, che i dipendenti pubblici che ricoprono ruoli di autorità esercitino “le loro funzioni a viso scoperto” e che chi richiede un servizio pubblico lo faccia a viso scoperto, “per permettere la verifica della sua identità o per motivi di sicurezza”, ha spiegato Simon Jolin-Barrette. Misure simili, che si rivolgono soprattutto alle donne musulmane, esistono già in alcuni paesi europei, come la Francia, il Belgio, l’Austria o la Danimarca. Il Governo del Quebec non ha fornito una definizione chiara sui simboli religiosi, preferendo invocare il “buonsenso” e prendere così di mira “tutti i simboli religiosi di tutte le religioni”.
Appena depositato, il progetto di legge ha innescato un vivace dibattito, nelle direzioni scolastiche e dei sindacati degli insegnanti che già hanno fatto intendere di voler sfidare il divieto. “Sono molto preoccupata per il messaggio che manda questa proposta di legge, che lede i diritti fondamentali di alcuni individui”, ha dichiarato Valerie Plante, sindaco di Montreal. “Già il progetto di legge sull’immigrazione aveva inviato un messaggio negativo nei confronti delle popolazioni immigrate della metropoli e di tutto il Quebec”, ha precisato alludendo al piano del Governo di ridurre la soglia di immigrazione. “Per noi la laicità dello Stato è un dovere istituzionale e non personale. La cosa importante è che siano le leggi votate nelle nostre istituzioni democratiche ad essere laiche”, ha infine dichiarato alla stampa.
Anche nel progressivo Canada, terra di accoglienza e grande generosità, il multiculturalismo non è affatto una questione data per scontata.
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