Istanbul, Imamoglu l’outsider

Eletto sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, 49 anni, sta per diventare uno degli oppositori più in vista del Presidente Recep Tayyip Erdogan. A quattro anni dalle presidenziali, qualcuno già scommette sulle sue ambizioni a livello nazionale.

Prima di lanciarsi nella corsa alle elezioni comunali a Istanbul, Ekrem Imamoglu era praticamente uno sconosciuto in Turchia e per questo la sua vittoria ha il sapore di un grandissimo successo. Candidato comune per i partiti di opposizione CHP (Partito Repubblicano del Popolo) e Ivy ( Il Buon Partito), è riuscito a strappare all’AKP il Palazzo comunale della città più ricca e più popolata del Paese, dopo 15 anni di assoluto controllo del Partito più importante del Paese. Secondo i risultati ufficiali resi pubblici lo scorso 2 Aprile, Ekrem Imamoglu ha vinto con 24 000 voti di vantaggio, nulla se pensiamo che Istanbul conta 10 milioni di aventi diritto al voto. Ma questo “nulla” rivela in realtà un capolavoro, perché Imamoglu aveva davanti a lui un competitor che era una vera macchina da guerra rappresentata dal sessantatreenne Binali Yldirim.

Peso massimo del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), da sempre vicino a Recep Tayyip Erdogan per il quale ha ricoperto la carica di Primo Ministro, sembrava essere il grande favorito per la carica di Sindaco del Comune più ambito della Turchia.Bisogna dire che  Erdogan si era sbilanciato molto in questa tornata elettorale, arrivando a dire che era in gioco “la sopravvivenza stessa della Nazione” . Poco prima del voto, il “rais” ha pronunciato ben 14 discorsi in 48 ore e ai quatto angoli del Paese. A questo va aggiunta la copertura totale dei media in favore dell’AKP. La vittoria sembrava scontata. Senza neanche aspettare i risultati, grandi poster raffiguranti i volti di Yldirim e Erdogan sono stati affissi nella notte del voto con la scritta “grazie Istanbul”, per poi essere prontamente ritirati alle prime luci dell’alba.

Di fronte al rullo compressore dell’AKP, Ekrem Imamoglu ha saputo cavarsela alla grande. In un intervista accordata all’agenzia francese AFP lo scorso Marzo, vedeva la sua discrezione come un “vantaggio” dichiarando che la “società ha da poco alzato un muro intorno a coloro che sono già conosciuti in politica”. Davanti alla iniquità evidente dei modi in cui veniva portata avanti la campagna, riteneva avere molte cartucce da sparare per far passare il suo messaggio: “abbiamo a disposizione i social network che per ora non vengono oscurati” dal potere. “Ma la mia principale arma sul terreno è la millenaria tecnica del passaparola”, ha poi puntualizzato.

Durante una visita elettorale al Gran Bazar di Istanbul,  si è aggiudicato molti punti abbracciando un vecchio simpatizzante dell’AKP che inizialmente si rifiutava di dargli la mano. In un paesaggio politico molto diviso, la cortesia dimostrata nei confronti degli elettori della parte avversa ha spaccato, così come la sua retorica inclusiva, anni luce dalla durezza di Erdogan. Ekrem Imamoglu, sulla scia del suo slogan “Istanbul senin” (la vostra Instanbul), ha rassicurato nel rivendicare la vittoria che sarebbe stato “il sindaco di tutti”, compresi coloro che non avrebbero votato per lui.

Di fonte al curriculum di statista di Binali Yldirim, Ekrem Imamoglu, che ha studiato amministrazione aziendale all’Università di Istanbul, ha giocato la carta della prossimità, evidenziando il bilancio del suo operato nel distretto di Beylikduzu dove è stato eletto sindaco cinque anni fa per il CHP, dopo aver lavorato per l’impresa di costruzioni della sua famiglia. Diventando Sindaco di Instanbul, Ekrem Imamoglu acquisisce una visibilità rara per un oppositore, soprattutto in un Paese come la Turchia. Uno sconosciuto prima delle elezioni comunali, qualcuno scommette sul suo futuro a livello nazionale. Bisogna dire che tutti hanno in mente un precedente: è una volta diventato sindaco dell’antica capitale ottomana, dal 1994 a 1998, che Erdogan ha lanciato la sua carriera politica su scala nazionale. Fino a queste ultime elezioni, il “rais” ha d’altronde sempre affermato che “conquistare Istanbul equivale a conquistare la Turchia”.

Sebbene Erdogan abbia come obbiettivo farsi rieleggere nel 2023 per il centenario della Repubblica turca, tra quattro anni  Ekrem Imamoglu sarà in grado di “conquistare la Turchia”? Secondo gli osservatori niente di più incerto. Il Comune di Istanbul può essere un trampolino di lancio, ma anche il contrario. E’ sicuramente troppo presto per farsi un’idea sulla statura di politico di Ekrem Imamoglu. Guillaume Perrier, autore del libro “Nella testa di Erdogan” (Ed. Actes Sud), ha detto ai microfoni di France 24 che bisogna “relativizzare”  la capacità del CHP di trasferire questa vittoria su piano nazionale: “questa opposizione è, da 15 anni, un ‘dispositivo in difficoltà’ e non costituisce un’alternativa credibile a Erdogan, per il momento. La chiave  sta nell’unione di tutta l’opposizione, con i Curdi, cosa che non è stata fatta, anzi.”

I media filo AKP hanno già cominciato la loro campagna denigratoria accusando Ekrem Imamoglu di “golpe elettorale”.

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