Packaging e apparenza

Era una vecchissima pubblicità quella in cui si proponeva un cofanetto di caramelle che non doveva essere incartato. La forma era tutto, quasi a prevalere sulla sostanza del prodotto. Oggi probabilmente il concetto di forma, esteriorità e presentazione di un prodotto è diventato forse più importante di quanto non sia l’essenza dello stesso.

Piccoli esempi? Proviamo a prendere la stessa musica. E’ concepibile immaginare una canzone nuova che non sia accompagnata da un video? Non viviamo più in quel periodo in cui l’immagine di un cantante era solo quella sulla copertina di un LP o di un 45 giri e poteva essere vista solo sulle copertine o in TV. Oggi un cantante “veste” il proprio prodotto con commenti e prese di posizione sulle pagine social e la canzone appena lanciata può essere immediatamente “vista” sul canale YouTube nel suo video.

Viene da chiedersi quindi quanto incida la forma sul successo di una canzone oggi. Se uno dei rapper o trapper del momento cantasse in giacca e cravatta, senza tatuaggi, piercing o abbigliamento che da solo attira l’attenzione, avrebbe lo stesso successo? Si avanzano forti dubbi. Anche lo stesso Vasco Rossi, senza timore di smentita, se avesse cantato in smoking “Voglio una vita spericolata”, sarebbe stato preso poco sul serio. Lontani i tempi in cui Mina e Battisti decisero di lasciare solo alla musica il loro messaggio e rifiutarono di farsi vedere in pubblico. Se altri li imitassero avremo sicuramente un numero maggiore di prodotti di qualità.

Ma il packaging lo troviamo anche in altri settori, dove si crea quanta più forma possibile per dare magari maggior luce alla sostanza che, peraltro, potrebbe anche essere ottima. Classico esempio nel quale ogni giorno ci imbattiamo? La cucina.

Quale è il programma di cucina in cui non si sottolinei l’importanza dell’impiattamento e dove non si aggiunga, prima di servire, una guarnizione di qualsiasi cosa, anche fosse solo uno spicchio di arancia? Ma il packaging lo troviamo anche nei menù di un ristorante, dove può ridursi anche solo a due lettere (!) ma fare una differenza di almeno venti euro. Pensiamo all’effetto che fa sul consumatore leggere banalmente “Spaghetti all’amatriciana” rispetto ad un ristoratore che offre “lo” spaghetto di Gragnano trafilato al bronzo all’antica maniera, con “la” amatriciana realizzata con “il” Vero Guanciale di Amatrice e “i” veri pelati di San Marzano. Forse lo stesso effetto su chi invece di un Risotto agli spinaci può degustare “Il risottino carnaroli con erbette dell’orto.”

Ma il packaging è entrato in ogni settore della nostra vita; non lo è anche per il nostro modo di essere e presentarsi? E non stiamo parlando solo di abbigliamento: da nasi, seni e glutei rifatti, o anche solo un filo di botulino alle labbra, la chirurgia plastica è probabilmente una delle attività che maggiormente contribuiscono al PIL nazionale. E anche gli uomini non sono certo immuni dalla vanità: addominali scolpiti a tartaruga che potrebbero anche abbinarsi ottimamente alle sopracciglia modellate ad ali di gabbiano.

Apparire è sempre più fondamentale, mettersi in mostra sembra che sia diventato il tutto per qualcuno e la cura maniacale dell’aspetto fisico e del mostrarsi è diventata una costante irrinunciabile. Si potrebbe iniziare dai tatuaggi e dai capelli, ma forse è meglio andare direttamente al mostrarsi e apparire sui social che hanno sostituito la piazza e il corso principale della città dove si poteva andare ogni giorno e vestirsi normalmente, ma la domenica era d’obbligo mettere qualcosa di nuovo, elegante, o magari semplicemente più curato.

Le pagine dei social sono diventati per molti, una domenica costante. E non si perde occasione di postare una foto una storia completa per mettersi in mostra. Il vecchio lemma di Andy Warhol  secondo cui nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti, è un must preso alla lettera, anche perché la visibilità e l’apparire offrono a chiunque l’occasione di diventare una celebrità senza bisogno di avere una base di sostanza quale, ad esempio, avere studiato, avere delle idee propositive o concetti da dover spiegare. Basta un computer, una webcam e un buon collegamento. Oltretutto è a costo praticamente zero.

Del resto anche i modelli che vengono offerti, ed ai quali è necessario ispirarsi o adeguarsi, sono l’emblema di come il packaging possa essere tutto. Modelle, fashion blogger, influencer; anche uno pseudo imprenditore diventato star sulla rete a causa dei suoi tatuaggi, dei balli e dello stile di vita. Anche non volendo, ma grazie al modo con cui vengono proposti da una certa stampa, si diventa star per il modo di vestire: basti pensare all’ultima generazione dei reali inglesi. Tutti schemi da seguire: personaggi che hanno conquistato la loro visibilità, ergo la loro stessa esistenza, sul loro modo di presentarsi, sul packaging.

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