Finlandia, tornano i Socialdemocratici
Le elezioni finlandesi dello scorso 14 aprile hanno confermato il vento che sta soffiando in Europa, dimostrando che giocare sulle paure, sui mal di pancia dei cittadini, serva a portare facili consensi in ogni angolo dell’Europa. I socialdemocratici hanno vinto le elezioni battendo i populisti dei ‘Veri finlandesi’ con uno scarto di appena 0,2 punti corrispondenti a 6.813 voti. I risultati hanno visto gli alleati di Salvini diventare il secondo partito del paese con il 17,5%, con la sinistra al 17,7%. Le proteste per la lotta ai cambiamenti climatici innescati da Greta Thunberg hanno molto successo mediatico, ma poco sugli elettori evidentemente, tra i motivi del successo dell’ultradestra di Olli Kotro ci sono proprio i costi dovuti alla lotta per salvaguardare la terra. Anche l’aumento dei reati sessuali ha inciso nell’urna, con i populisti che mantenendo fede alla loro matrice, sono riusciti ad attribuire agli immigrati.
Dal 1907 le elezioni si sono tenute in Finlandia ogni quattro anni, l’attuale tornata è stata la 38esima volta che i finlandesi si sono recati alle urne. Dei 4.255.466 cittadini con diritto al voto, si sono presentati a votare in 3.065.287 per una percentuale finale del 72%. La suddivisione dei 200 seggi, compreso 1 posto di diritto alle Isole Åland, assegna alla sinistra guidata da Antti Rinne 76 seggi facendoli tornare al governo dopo 20 anni, ma 92 sono appannaggio del centro-destra. La maggioranza è formata da Socialdemocratici, Partito di Coalizione Nazionale, Verdi e Partito Popolare svedese, mentre l’opposizione sarà appannagio dei “Veri Finlandesi” con Partito di Coalizione Nazionale e Partito di Centro.
Le elezioni sono state indette dopo la caduta del governo di centro-destra del premier Sipila, che era riuscito a ridurre il debito pubblico per la prima volta in dieci anni, ma a costo di politiche aggressive nei confronti del welfare finlandese, particolarmente gravoso per le coperture ed il progressivo invecchiamento della popolazione. I risultati hanno visto il partito Centro, appunto guidato da Juha Sipila fermarsi al 13,8% (31 seggi); mentre sono in forte aumento i due partiti di sinistra, i Verdi al 10,3 per cento e la Coalizione di sinistra (sinistra popolare/radicale di matrice comunista) all’8,4. Anche l’altro partito di sinistra, VAS (Vasemmistoliitto – Alleanza di sinistra) ha visto aumentare i propri consensi, arrivando al l’8,2% con 16 seggi. L’RKP (Suomen ruotsalainen kansanpuolue – Partito Popolare Svedese della Finlandia), rappresentante della comunità svedese presente in Finlandia, ha portato a casa 9 seggi con un 4,5%. La formazione di centro di KD (Suomen Kristillisdemokraatit – Democrazia Cristiana Finlandese) ha ottenuto 5 seggi con il 3,9% dei voti.
Un dato balza comunque all’occhio, ed è l’alta percentuale di donne elette al Eduskunta, il Parlamento finlandese, ben 94 su 200 per un tondo 47%; superiore anche al Riksdag svedese, dove è del 46.1% (con 161 donne su 349 membri) del Riksdag ed alla nuova Assemblea spagnola che ha portato 164 deputate su 350, 26 in più della scorsa legislatura (Psoe è primo per rappresentanza femminile al Congresso con 64 donne su 123 deputati, pari al 52%). In Italia, alla camera dei deputati sono state elette 225 donne, la percentuale è del 35,71%: è la più alta mai raggiunta da un ramo del Parlamento, superiore alla media Ue (31%).
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