Italia delle Regioni

Promozione e sostegno della lettura e delle biblioteche. “Anci è in prima linea per sostenere la promozione e il sostegno alla lettura anche con iniziative concrete sulle esperienze positive che abbiamo fatto, perché per noi è un argomento importante nella vita del paese”. Così il presidente del Consiglio Nazionale Anci Enzo Bianco che  recentemente ha rappresentato l’Associazione dei Comuni all’audizione sul progetto di legge recante “Disposizioni per la promozione e sostegno alla lettura” presso VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati.

“In Italia – ha detto Bianco – si legge poco e sempre meno. Una flessione che interessa in modo particolare i più giovani e che risulta fortemente influenzata dal livello di istruzione e correlata alla difficoltà di accesso al resto dell’offerta culturale. Inoltre, persistono forti squilibri territoriali che registrano nel sud del paese, nei piccoli comuni e nelle aree svantaggiate dati notevolmente negativi, da vera emergenza nazionale”. Una situazione non confortante nella quale però s’inserisce a fine 2017 un primo parziale ma significativo segnale, con l’istituzione, prevista dalla legge di stabilità 2018, di un Fondo nazionale per la promozione della lettura, che consiste in 4 milioni l’anno, di cui uno da destinare alle scuole, incaricando il Centro per il libro del Mibac (Cepell) di attuarlo. “Un’azione – ha sottolineato il presidente del Consiglio Nazionale Anci – indicativa di una inversione di tendenza e di attenzione” nonostante la consistenza delle risorse messe a disposizione sia una “goccia nel mare” e che grazie alla realizzazione del progetto “Città che legge” realizzato insieme ad Anci ha ottenuto ottimi risultati coinvolgendo nella rete circa 450 Comuni.

Mentre, per il 2019, sarà varata una nuova iniziativa, denominata “Biblioteche e Comunità” – cofinanziata dalla Fondazione con il Sud – per l’ampliamento e rafforzamento in senso “sociale” dei servizi delle biblioteche comunali.  “Tutto questo – ha aggiunto Bianco – dimostra che quando c’è collaborazione si possono raggiungere grandi risultati”. E qui intervengono alcune osservazioni sulla proposta di legge che riguardano i punti che incidono più direttamente sulle competenze comunali e le questioni più critiche, a partire dal necessario rafforzamento del sistema bibliotecario di base e da interventi mirati nelle aree che, per tassi di lettura e per stato delle biblioteche, presentano maggiori difficoltà.

“Per Anci – ha evidenziato Bianco – sarebbe importante che il Piano d’Azione Nazionale prevedesse anche interventi a favore delle biblioteche di pubblica lettura immaginando un sistema di co-finanziamento – fra Stato, Regioni e Comuni – i cui criteri di funzionamento potrebbero essere concordati nella Conferenza Unificata” e allo stesso modo, “il Cepell necessita di una dotazione economica più importante e di personale con profili di competenza adeguati alla loro complessità”.

“Proponiamo infine – ha concluso Bianco – che nel ddl si preveda un comma aggiuntivo che permetta l’estensione delle agevolazioni dell’Art Bonus (65% di credito di imposta per la somma donata) anche per progetti di promozione della lettura presentati da amministrazioni pubbliche”.

Le regioni italiane hanno espresso recentemente la loro preoccupazione di fondo sul metodo e un giudizio fatto di luci ed ombre sul Decreto Crescita. Questa in sintesi la posizione espressa nel corso di un’Audizione parlamentare presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera, da Manuela Bora, Coordinatrice della Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni e Assessore della Regione Marche.

“Occorre che i principali temi del Dl Crescita siano oggetto di un confronto Regioni-Governo nella prevista sede stabile di concertazione che, invece, per il momento non è stata mai convocata”, questa la preoccupazione sul metodo seguito finora dall’Esecutivo, rispetto alla quale Manuela Bora ha chiesto anche un’attenzione particolare da parte del Parlamento.

“Un allarme va lanciato, invece, per quello che riguarda il futuro del sistema creditizio territoriale, CONFIDI. La prevista abrogazione di un comma di una norma prevista da uno dei decreti Bassanini (lettera r), comma 1, art. 18 d.lgs. 112/1998), paralizzerebbe il funzionamento del Fondo Centrale di Garanzia, impedendo un effetto leva rilevante rispetto allo strumento nazionale. Le norme inserite del DL crescita non tengono conto della complessità territoriale e delle diversità dei distretti locali di impresa locali a cui fa fronte l’organizzazione dei CONFIDI in un’ottica di sussidiarietà e prossimità. Per questo – ha aggiunto Manuela Bora – chiediamo al Parlamento di porre rimedio per evitare di togliere autonomia all’azione regionale svolta a supporto delle imprese del territorio”.

“É poi sicuramente positivo che si intenda rivedere il sistema degli incentivi alle imprese previsti dalla legge 181 del 1989, come per altro più volte richiesto dalla Regioni. Ma è fondamentale – ha spiegato l’Assessore della Regione Marche – un coinvolgimento forte, nella stesura dei decreti attuativi, delle Regioni che non sono semplici stakeholder ma istituzioni impegnate su questi temi con il proprio personale e le proprie risorse e che dovrebbero rappresentare le antenne e lo strumento operativo per conoscere criticità e individuare rimedi sui loro territori”.

“In ogni caso – ha aggiunto Manuela Bora dopo l’audizione – la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha poi deciso che sia il testo del Decreto Sblocca-cantieri, sia quello del Decreto crescita siano esaminati dalla Conferenza Stato-Regioni.

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