Giacomo
Giacomo Matteotti nacque il 22 maggio del 1885. Tanti, tantissimi giovani non sanno nemmeno chi è. Se chiedessimo ad alcuni di loro i nomi dei calciatori di qualsiasi squadra di calcio probabilmente snocciolerebbero anche i nomi più bizzarri con sicurezza. Se ci recassimo all’uscita di un liceo qualunque e chiedessimo “chi era Giacomo Matteotti?” potremmo ricevere le risposte più disparate. La colpa di questa ignoranza globalizzata è di tanti; nostra sicuramente perché negli anni abbiamo permesso che ci governassero persone sempre meno competenti che hanno messo mano a riforme della scuola che l’hanno impoverita con tagli e trasformazioni improbabili. Sicuramente la colpa è sempre nostra che abbiamo vigilato poco i nostri giovani e non ci siamo accorti che venivano sedotti da falsi miti ed eroi farlocchi.
Si può sempre rimediare, forse. Giacomo era un politico, giornalista, segretario del Partito Socialista Unitario ed era soprattutto un uomo onesto. Di fronte alla povertà dei valori di questi tempi credo che dovremmo tutti riscoprire queste figure di uomini retti, impavidi, capaci di sfidare i poteri forti per portare avanti la loro idea di giustizia e onestà. Non come ora che le idee si portano avanti con i like dei social, oppure con le lenzuola appese che lasciano il tempo che trovano e non provocano che reazioni superficiali.
Lui, Giacomo, veniva chiamato Tempesta dai suoi amici e compagni di lavoro; perché era un carattere battagliero e senza paura. È il 30 maggio del 1924 quando alla Camera firma, con il suo discorso, la sua condanna a morte. Si riporta che dopo aver parlato abbia detto ai suoi colleghi: «Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me». E infatti pochi giorni dopo aver pubblicamente denunciato alla Camera l’uso sistematico della violenza a scopo intimidatorio usata dai fascisti per vincere le elezioni e contestato la validità del voto, il 10 giugno, Giacomo viene rapito. Lo troveranno seppellito vicino a Roma, il 16 agosto dello stesso anno.
Giacomo non denunciava solo la violenza e i brogli dei fascisti; aveva preparato un dossier riguardante le tangenti e le mazzette che la Sinclair Oil pagava al Duce e al Re per poter trivellare il suolo siciliano e per i suoi interessi sul suolo libico (sarebbero finite nelle tasche di altissimi esponenti del regime). Non vi sembra un ricorso storico? La corruzione è il vero male assoluto, attuata da gente senza scrupoli accecata dal potere.
Andate a leggere di Giacomo – mi rivolgo ai giovani – potreste scoprire un mondo diverso fatto di persone coraggiose che hanno vissuto nel modo che ritenevano giusto e hanno fatto della loro vita un esempio. Anche senza Instagram e Twitter.
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