UE, stop plastica monouso dal 2021
Con la recente votazione positiva del Consiglio Europeo alla Risoluzione presenta dal Parlamento Europeo si è concluso l’iter di approvazione della “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente” (Bruxelles, 8 maggio 2019 – 2018/0172 COD) PE-CONS 11/19. Entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e gli Stati membri devono recepirla nei propri ordinamenti giuridici entro due anni dalla data di entrata in vigore della Direttiva.
La sua funzione è limitare la produzione di plastiche usa e getta (piatti, posate, cannucce, cotton fioc, e cose simili, ma ne restano esclusi i bicchieri), rilanciando, contemporaneamente, l’Economia Circolare nell’Unione. Per quanto concerne le bottiglie in “Pet”, invece, l’obiettivo è di intercettarne almeno il 90% di quanto viene introdotto nella catena di produzione alimentare entro il 2030 e di garantire, sempre entro il 2030 che le nuove bottiglie immesse nel mercato contengano almeno il 30% di materiale riciclato. Come del resto era stato programmato dalla Commissione nella sua “Strategia europea per la plastica nell’Economia Circolare” del 16 gennaio 2018 con cui definiva un “ciclo di vita per la plastica” che fosse “circolare”, ovvero una Strategia per la quale la progettazione e la produzione di plastica e di prodotti di plastica immessi nel Mercato del consumo siano sì rispondenti alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio, ma, anche, nella loro produzione, siano utilizzati materiali più sostenibili.
Contemporaneamente, nella stessa Strategia, per arginare il notevole impatto negativo soprattutto di alcuni tipi di prodotti di plastica usa e getta, sull’ambiente, sulla nostra salute e sull’economia, promuovendo “la transizione” verso un modello economico circolare con “modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili” contribuendo al corretto funzionamento del Mercato interno, ha progettato di realizzare un “quadro giuridico” specifico per ridurre gli effetti negativi dell’impatto di questi materiali sugli ecosistemi marino e terrestre oltre che per l’uomo la sua salute e la sua qualità di vita nell’habitat che lo circonda.
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