Specie a rischio

Nel mondo sono molte le specie in via di estinzione. I motivi sono molti; lo zampino dell’uomo su tutto che distrugge habitat per motivi economici oppure a causa del commercio illegale, il bracconaggio e non ultimo l’inquinamento e i cambiamenti climatici nonostante alcuni grandi della terra lo neghino.

Sono molte le specie animali che rischiano seriamente l’estinzione: è la costante denuncia dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature), che ogni anno diffonde la Lista Rossa degli animali a rischio estinzione.

Da sempre il WWF è in prima linea per combattere tutto ciò, partendo dalla convinzione che per salvare una specie bisogna salvaguardare il suo habitat naturale. A volte però questa tutela genera problemi: alcune specie si riproducono troppo e allora costituiscono un pericolo per altre specie. Di sicuro il monitoraggio continuo è fondamentale. Per esempio, il lupo: una volta quasi estinto poi dagli anni settanta monitorato e protetto ora sembra quasi fuori pericolo; purtroppo un fenomeno orrendo che sfugge ai seppur attenti controlli, è quello del bracconaggio ovvero l’uccisione di esemplari per sport o per commercio.

Ricordiamo che il bracconaggio ha quasi fatto estinguere la Tigre. Nel 2010  un primo censimento svolto in India, Russia, Nepal, Bangladesh e Bhutan contò solo 3.200 tigri in natura, oltre il 97% in meno rispetto alla fine del secolo scorso. Questo perché, nella medicina tradizionale di alcuni paesi asiatici, ossa, pelle e organi della tigre vengono usati nella produzioni di farmaci. Grazie alle campagne del WWF ad Aprile 2016, la stima globale di tigri selvagge è salita a 3.890 esemplari.

Ma altra specie a rischio è l’orso polare; a causa dello scioglimento dei ghiacci la sua popolazione si assottiglia. Certamente il fattore clima è fondamentale; oltre all’uomo credo sia anche il corso della natura a minacciare specie più di altre.

Mi spiace solo che non sia in estinzione la specie più pericolosa, l’umanoide cretinus ignorantes: al momento in sovrannumero e che purtroppo non può essere abbattuto fisicamente. Lui tra le specie autoctone è sicuramente quello che fa più danni. A volte senza rimedio.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

L’ultimatum di Conte

successivo

Itinerari pasoliniani a Roma

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *