A Bologna uno degli otto super computer EU
Lo scorso autunno la Commissione e il Consiglio hanno raggiunto un accordo per investire 1 miliardo di euro in una rete infrastrutturale e tecnologica europea di super-computer europei di livello mondiale. Questo, in un Piano d’investimenti per un importo di 2,7 miliardi di euro nel contesto del Programma Europa digitale per il periodo 2021-2027 a supporto dell’aggiornamento tecnologico sia sul fronte privato che per quello pubblico oltre che per le piccole e medie imprese.
Per quanto riguarda l’Italia la Commissione ha scelto di assegnarlo a Bologna, città che si è aggiudicata la designazione grazie al bando europeo proposto dal Cineca (Consorzio Inter-universitario che vede il contributo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati-Sissa di Trieste) come progetto italiano per l’assegnazione dei super computer dell’EuroHPC Joint Undertaking (Impresa comune europea ad alto rendimento, voluta dal Consiglio Competitività. Si tratta di una realtà giuridica con prerogative, anche, di finanziamento che riunisce le risorse di 25 Paesi europei e che ha funzioni anche di realizzazione della rete di infrastrutture europee di supercalcolo, che dovrà promuovere la ricerca e l’innovazione in questo settore, coinvolgendo scienziati, impese e industria.
E’ a Bologna, infatti, che sarà collocato “EuroHPC”. Si tratta di un super computer dal valore di 120 milioni di euro che sarà posto al Tecnopolo di Bologna, ed altri 120 milioni saranno necessari per sostenerne il costo totale di acquisizione e gestione. Il “Super-computer” è un calcolatore “pre-esascala” che ha una capacità di calcolo, in altre parole, di un miliardo di miliardi di operazioni al secondo.
L’aggiudicazione del super-computer all’Italia è, un passaggio fondamentale per promuovere la competitività e l’innovazione, per favorire lo sviluppo tecnologico (ovvero per sviluppare le tecnologie e le macchine – hardware – oltre che le applicazioni – software – da utilizzare per la realizzazione dei super-computer), economico e produttivo dei Paesi europei, per far crescere l’occupazione, l’autonomia strategica nei differenti settori produttivi, per accelerare il progresso scientifico di ciascun sStato membro e della UE nel suo insieme.
Si tratta, infatti, di un’infrastruttura di super-calcolo paneuropea. Sono otto gli Stati membri selezionati dall’Unione per ospitare i super-computer: Sofia (Bulgaria), Ostrava (Cechia), Kajaani (Finlandia), Bologna (Italia), Bissen (Lussemburgo), Minho (Portogallo), Maribor (Slovenia) e Barcellona (Spagna).
Gli ambiti di applicazione sono tutti d’importanza strategica: medicina personalizzata, progettazione di farmaci e materiali, la bioingegneria, le previsioni metereologiche e i cambiamenti climatici, senza contare le applicazioni, che ci potranno esser, nel campo dell’intelligenza artificiale, nella cyber-sicurezza, nel blockchain.
Diciannove dei ventotto Paesi partecipanti all’ “Impresa” comune faranno parte di consorzi che gestiranno i “Centri”, per un Bilancio complessivo di Fondi UE pari a 840 milioni di euro. EuroHPC istituita a fine 2018 sarà operativa fino alla fine del 2026.
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