40° all’ombra del lenzuolo (Film, 1976)

Quaranta gradi all’ombra del lenzuolo si inserisce nel filone delle commedie a episodi, genere che ha avuto notevole diffusione negli anni Sessanta (I mostri, 1963, Ieri, oggi e domani, 1965) e che ha preso nuovo vigore nel periodo delle commedie sexy. In questo filone Sergio Martino si distingue come uno degli autori più prolifici e originali, caratterizzandosi come un regista che si trova a suo agio nella direzione di corti comico-erotici. Quaranta gradi all’ombra del lenzuolo è una commedia sexy scritta niente meno che da Tonino Guerra, sceneggiata da Giorgio Salvioni e Sergio Martino. Le musiche sono dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis, noti come Oliver Onions, che eseguono il cavallo di battaglia Dune Buggy, il montaggio di Eugenio Alabiso e la fotografia di Giancarlo Ferrando. Produce Luciano Martino per Dania Film e distribuisce Medusa.

Si tratta di una commedia sexy con molte pretese diretta da Sergio Martino con ritmo e stile, soprattutto sfruttando al meglio un cast invidiabile. “Per quegli anni fu un film di prima categoria, un film che andò in America” ricorda il regista a Nocturno. Ed è vero perché l’edizione statunitense della pellicola si intitola Sex with a Smile. A mio parere l’episodio migliore è La cavallona interpretato da una lanciatissima Edwige Fenech, che per la prima e unica volta recita insieme a Tomas Milian, pure lui all’apice del successo. L’attore cubano si lancia in un ruolo comico che interpreta con la consueta bravura e realizzando un’adesione totale al personaggio. Tra l’altro il trucco di scena rende Milian quasi irriconoscibile, visto che porta una parrucca con i capelli a spazzola e due spessi occhiali. Il dialetto dell’episodio è il bolognese, quindi sia Milian che la Fenech vengono doppiati, e per il cubano è un bel cambiamento visto che il romanesco lo aveva reso famoso.

Il personaggio di Milian è quello di un individuo sessuofobo e moralista che alla prova dei fatti risulta peggiore dei suoi concittadini. Edwige Fenech è la cavallona (Emilia Chiapponi coniugata Cornetto), una bella signora bolognese che quando passa per strada tutti si precipitano ad ammirare. L’unico che resiste è Milian che afferma: Io non vacillo davanti a simili lusinghe, però quando torna a casa telefona subito alla donna raccontandole i suoi sogni erotici. Le parti oniriche sono la cosa migliore dell’episodio. L’episodio è divertente e trash al punto giusto.

Gli altri episodi sono interessanti ma più scontati, sono girati con meno ritmo e hanno una minore tensione erotica. L’attimo fuggente vede all’opera Giovanna Ralli e Oreste Lionello, una coppia che cerca di risolvere i problemi sessuali mettendo in scena una finzione teatrale. Lionello si traveste da autista e porta la Ralli in campagna a bordo di un’auto di lusso presa a noleggio, perché il solo modo per sbloccarsi sessualmente è fingere un duplice ruolo servo-padrona.

La guardia del corpo è un episodio ripetitivo e scontato, salvato solo da una grande esposizione erotica da parte della sensuale Dayle Haddon. La trama vede una guardia del corpo onnipresente e ossessiva come Marty Feldman che sventa un tentativo di rapimento ai danni della ragazza. I soldi in bocca è molto divertente, interpretato da Enrico Montesano e da una stupenda Barbara Bouchet. La trama si sviluppa attorno a un malinteso che Montesano sfrutta per portarsi a letto la moglie del padrone. Un posto tranquillo è l’episodio più noioso, interpretato da un diligente Aldo Maccione e dalla televisiva Sidney Rome, che recita con la sua voce una parte da pazza svampita. Un cane lupo geloso della padrona tormenta un tentativo di rapporto tra Maccione e la Rome sino a renderlo impossibile.

Un buon film, in ogni caso, rivisto da poco grazie a IRIS, con gli alti e bassi che ho cercato di indicare. Il cast è eccezionale: Barbara Bouchet, Enrico Montesano, Marty Feldman, Giovanna Ralli, Alberto Lionello, Sidney Rome e Aldo Maccione. Buona parte della commedia erotica degli anni Settanta.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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