Capitana eroina?

Una volta c’erano i veri eroi. Quelli che facevano la storia e che, nel bene e spesso nel male, cambiavano le cose. Sicuramente spinti da ideali, roba adesso quasi estinta, affrontavano le autorità del tempo per cercare di rimettere le cose a posto, possibilmente a favore del popolo.

Mi vengono in mente miti come Robin Hood, che figata rubare ai ricchi specie se antipatici e sanguinari come lo Sceriffo di Nottingham. Oppure Masaniello, capopolo che guidò la rivolta dei napoletani contro il Vicerè spagnolo che aveva aumentato le imposte. Personaggi intriganti come molti altri che hanno poi aiutato storie e leggende che spesso non si distinguono più dalla realtà. Fatto sta che noi abbiamo bisogno di eroi. Sempre.

Ci sono poi quelli per caso, gli eroi quotidiani; quelli che si trovano lì al momento giusto e invece di fare spallucce reagiscono e magari salvano la vita a bambini, persone a loro estranee e a volte perdono la loro. Il finanziere che raggiunge sugli sci un luogo sepolto da una valanga di neve; il nigeriano che di fronte al supermercato sventa una rapina disarmando il malvivente; alcuni vigili del fuoco che sfidano le fiamme e salvano vecchi intrappolati nelle loro case. Eroi contemporanei che nei loro gesti di altruismo fanno vivere la parte migliore di noi, quella generosità intrinseca delle persone comuni e perbene. Ne abbiamo tante di storie così per fortuna.

Per questo mi vien male a leggere di quella ragazza, la capitana che vuole attraccare a tutti i costi, leggere di lei come di un’eroina. Non ci sto, non ci sto! Vi piaccia o no, ci sono leggi e vanno rispettate, anche se chi le ha fatte vi sta sulle scatole. Quindi, non parlate di lei come di un’eroina. Per rispetto a chi davvero eroe lo è stato e a chi lo sarà.

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