Piano Nazionale Industria 4.0, quale futuro?
Nella prestigiosa sede di Nomisma, Palazzo Davia-Bargellini in Bologna, si è svolto un convegno organizzato con Deloitte sulla quarta rivoluzione industriale, ovverossia Industria 4.0. In particolare il focus era posto sul futuro del Piano Nazionale Industria 4.0, a fronte di un processo innovativo che sta ridefinendo i confini e le modalità della produzione e dell’erogazione dei servizi, la legge di bilancio 2019 prevede una riduzione degli incentivi alla crescita industriale 4.0; questo malgrado gli ottimi risultati degli ultimi tre anni.
I relatori hanno illustrato le opportunità per le imprese e la sintesi degli incentivi, si è evidenziato lo stato attuale in questi termini: il Patent Box, esenzione del 50% del reddito attribuibile allo sfruttamento degli IP agevolabili è a regime. Su questo tema si sono avute 4.600 richieste di ruling nel 2015, 2.000 dichiarate non ammissibili, 431 ruling 2015 chiusi nel 2017. Il Credito d’Imposta R&S, contributo a fondo perduto sotto forma di credito d’imposta pari al 25%-50% della spesa incrementale R&S, dura fino al 2020. Nel periodo 2015 8.096 imprese hanno compensato per 547 milioni di euro. Nel 2016 16.262 imprese hanno compensato 1.283 milioni di euro. L’ Iper-Ammortamento, extra-deduzione IRES del costo di acquisto del cespite, arriva al 2020. Agevolazioni per Start-up e PMI Innovative, pacchetto di agevolazioni sia per l’impresa innovativa che per il socio investitore, è a regime. Nel 2016 il18,4% del totale delle società hanno usufruito del super-ammortamento per un totale di 2 miliardi di euro.
Le possibilità sono molteplici, ma spesso non a conoscenza delle stesse imprese, vi sono misure automatiche con tempistiche ridotte e certezza della misura incentivante; misure complementari con possibilità di finanziare tutte le fasi dello sviluppo progettuale, dallo sviluppo alla soluzione innovativa per il suo sfruttamento sul mercato. Misure cumulabili con possibilità di combinare congiuntamente diverse misure incentivanti. Gli effetti occupazionali del Piano Industria 4.0 sono evidenti, nell’ultimo triennio le imprese tradizionali hanno avuto un aumento solo nel 16,4%, percentuale che sal al 29,1% per quelle con interventi 4.0 programmati ed al 36,2% per chi ha già implementato pienamente la 4.0. Analoghi valori per l’andamento del fatturato, aumentato solo per il 19,3% delle imprese tradizionali, ma nel 33,6% nel caso delle imprese con interventi programmati fino al 42,7% per quelle già passate a Industria 4.0.
Tutti i principali Paesi europei ed extra europei mettono in campo politiche finalizzate a sostenere l’innovazione e lo sviluppo tecnologico delle imprese. Nel 1995 12 Paesi OCSE offrivano alle imprese almeno un incentivo alla R&S, nel 2004 i Paesi erano 18 e nel 2018 erano oltre 50 quelli che offrivano almeno un incentivo. Qui si inserisce anche il discorso dell’economia circolare con la necessità di un graduale, ma inevitabile passaggio, da un’economia lineare – estremamente costosa in termini di utilizzo delle risorse – alla cosiddetta circular economy comporta un cambio di paradigma nella definizione dei prodotti e dei processi manifatturieri che devono essere progettati, gestiti e monitorati per essere nuovamente utilizzati a fine vita. Il concetto design-utilizzo-riciclo-riutilizzo risponde alla duplice esigenza di ridurre l’impatto ambientale delle attività economiche e, sul piano economico, di conseguire risparmi evitando sprechi e riducendo i costi di approvvigionamento delle materie prime.
Con il decreto crescita messo in campo si sono avute tutta una serie di migliorie che si traducono nell’estensione fino al 2023 del Credito d’Imposta R&S; il Patent Box fruibile anche senza ruling preventivo in caso di uso diretto di intangibili; la mini Ires viene rivista e semplificata prevedendo uno sconto di 1,5 punti percentuali dal 2019, 2,5 punti per il 2020, 3,5 punti dal 2021 e 4 punti percentuali dal 2022; si applicherà solo all’intero ammontare di utili non distribuiti. Il Super Ammortamento viene reintrodotto con una maggiorazione al 30% per gli investimenti in beni strumentali fino a 2,5 milioni di euro.
Per chiudere, vediamo quali sono i freni al passaggio delle imprese a Industria 4.0, alcuni decisamente sorprendenti. Ben il 66,9% non ritiene che il proprio business necessiti di tecnologia innovativa; il 25,4% addebita la mancanza di figure professionali adeguate; il 24,3% soffre la mancanza della banda larga; il 22,9% lamenta la lunghezza dei tempi di implementazione; il 21,7% ricade nello storico problema del nanismo delle aziende italiane. Su quest’ultimo tema ricadono sicuramente i problemi relativi alla mancanza di mezzi economici (7,7%); l’insufficienza di competenze interne (5,4%); la mancanza di una infrastruttura aziendale adeguata (10,2%). Alla scarsa conoscenza del sistema 4.0 da parte delle aziende, aggiungeremmo un ulteriore tema che è la mancanza di uno standard unico per la blockchain, fattore che rischia di vanificare l’investimento fatto in caso di passaggi ad un partner diverso.
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Relatori: Andrea Circi | EMEA Deloitte Private Tax & Legal Leader. La nuova rivoluzione industriale: Patrizio Bianchi | Assessore a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro Regione Emilia Romagna ed autore del libro I4.0. Il dialogo tra Università e Impresa nell’era della 4° Rivoluzione Industriale: Luigi Nicolais | Presidente Materias. Manifattura intelligente, percorso a ostacoli ad alto potenziale: Lucio Poma | Responsabile Scientifico dell’area Industria e Innovazione di Nomisma. Il Piano Nazionale Industria 4.0: risultati e trend a livello internazionale: Ranieri Villa | Partner Studio Tributario e Societario, Deloitte – Global Investment and Innovation Incentives. Emilia 4.0: spunti di riflessione e prospettive future: Paolo Bulleri | Director Studio Tributario e Societario, Deloitte – Global Investment and Innovation Incentives. L’integrazione del mondo fisico e digitale: Silvia La Fratta | Partner Deloitte – Technology. Le esperienze delle imprese: Sonia Bonfiglioli | Presidente Bonfiglioli Riduttori e Maurizio Marchesini | Presidente Marchesini Group.
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