Appuntamento al parco (Film, 2017)
Il titolo originale di questa divertente e insolita commedia Britannica cita il nome del quartiere londinese dove è ambientato il film di Joel Hopkins: Hampstead, zona residenziale dove vivono ricchi borghesi e professori universitari, artisti e imprenditori di successo. Un luogo esclusivo, dove Emily Walters (Keaton) – vedova di origini americane – comincia a trovarsi a disagio perché ha quasi esaurito il capitale ereditato dal marito, morto da un anno, dopo averla tradita a lungo. Emily ha un figlio che di tanto in tanto si occupa di lei, un’amica superficiale e arrivista come Fiona e un commercialista innamorato che le fa una corte spietata, senza alcuna speranza di successo. In compenso Emily s’innamora di Donald Horner, un barbone che vive in una baracca costruita nel parco, nascosta tra una folta vegetazione, ma situata nelle vicinanze della casa della donna e visibile con il binocolo dalla mansarda.
L’amica Fiona imbastisce una lotta legale per scacciare Donald dal parco perché il marito imprenditore vuole costruire proprio in mezzo al verde un complesso residenziale. Va da sé che la battagliera Emily si ribellerà, schierandosi dalla parte del più debole, aiutandolo a resistere e a tutelare i suoi interessi, facendo muovere in suo favore buona parte dell’opinione pubblica. Alla fine l’amore trionfa, nonostante la diversità di carattere e la ritrosia dell’uomo ad abbandonare la baracca, una vita naturale che si è costruito, lontano da tutti, dopo un amore finito in maniera tragica, per condurre una vita da misantropo.
Un film piacevole e leggero, una storia semplice, sceneggiata con delicatezza, una sorta di parabola per invitare ad accettare il diverso e a rispettare i diritti altrui, senza prevaricazioni. Una storia d’amore non convenzionale, grazie alla quale il regista Hopkins e lo sceneggiatore Festinger riescono a raccontare un sentimento che nasce e si sviluppa in età matura, per affermare che innamorarsi non è prerogativa dei giovani, esiste un sentimento dirompente pure in età senile.
Bravi gli attori, ben diretti da un inglese che lavora negli States, per questo sceglie la straordinaria Diane Keaton (reduce da Natale all’improvviso) per un ruolo da donna coraggio che le calza a pennello. Non è da meno l’irlandese Brendan Gleeson, che ha la stazza e gli atteggiamenti dell’orso che vive in disparte e non vuole seccature dal resto del mondo. Fotografia londinese – soprattutto degli spazi verdi e delle periferie – coloratissima e vivace, con riprese in panoramica della città lontana e di un suggestivo cimitero monumentale tra tombe e boscaglia.
Film molto teatrale, di una comicità garbata e lieve, caratteristica tipica di ogni commedia inglese, lontane anni luce del nostro cinema comico a base di flatulenze ed escrementi corporali. Da vedere in televisione, su RaiPlay, dopo il passaggio su Rai Uno, visto che al cinema ha circolato poco, solo una rapida comparsa nel settembre del 2017.
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Regia: Joel Hopkins. Soggetto e Sceneggiatura: Robert Festinger. Fotografia: Felix Wiedemann. Musiche: Stephen Warbeck. Art Director: James Wakefield. Casa di Produzione: Ecosse Films, Motion Picture Capital, Scope Pictures. Genere: Commedia. Durata: 103’. Paese di Origine: Regno Unito. Interpreti: Diane Keaton (Emily Walters), Brendan Gleeson (Donald Horner), James Norton (Philip), Jason Watkins (James Smythe), Lesley Manville (Fiona), Simon Callow (giudice), Hug Skinner (Erik). Titolo originale: Hampstead.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]