Tanger Med, il faraonico porto del Marocco
Opera faraonica, il complesso portuale Tanger Med ha appena inaugurato il suo secondo terminal. Questo polo ha tutte le carte in regola per diventare crocevia dei flussi marittimi mondiali e affermarsi come gigante del commercio internazionale.
A Tangeri non è più tempo di beat generation e spirali di fumo di vario genere. Basta passeggiare per la città per vedere i tanti nuovo quartieri nati come funghi e che sembrano attirare a loro una popolazione fatta di classe media che ancora un po’ stona in questa città, contemporaneamente turistica e indigente. La città bohemienne ha lasciato il posto ad un vivace polo economico grazie alla linea ad alta velocità Tangeri-Rabat-Casablanca, la futura “tech-pol” e il porto Tanger Med. La città, oltre ad essere un’attrazione turistica, ha rivelato lo scorso 28 Giugno, giorno dell’inaugurazione di Tanger Med II in presenza del giovane ereditiere Moulany Hassan,il suo nuovo ruolo di centro nevralgico che la trasformerà in fulcro economico alla confluenza di Mediterraneo e Atlantico.
In mezzo al paesaggio collinoso e scosceso del nord del Paese, ad una quarantina di chilometri da Tangeri, si dispiega una struttura tentacolare: Tanger Med. Migliaia di container si trovano allineati in attesa dell’imbarco o appena sbarcati, gru immense che piroettano verso il cielo, costruzioni nuovissime e tecnologia di punta. Il mare davanti, calmo, uno spazio immenso che permette di accostare senza ostacoli naturali o coste irte e inospitali. Tanger Med offre una posizione strategica sulla carta degli scambi mondiali, snodo che permette il collegamento tra l’Europa e l’Africa, ma anche tra i Paesi del Mediterraneo ed europei e la ampia facciata Atlantica. Le navi potranno evitare ogni deviazione durante il loro passaggio da Gibralta. E’ anche per questa realtà geografica ideale che Tanger Med, vasto complesso portuale, ha potuto sfruttare e rendere concreto un progetto così grande.
Sulla carta il progetto sembrava faraonico, o semplicemente a livello delle ambizioni mostrate. Concretizzazione di un progetto nato nove anni fa, Tanger Med II costituisce la terza fase di sviluppo del complesso portuario Tanger Med, come complemento delle strutture già esistenti, Tanger Med I e il porto passeggeri e traghetti a caricamento orizzontale. Su una superficie di 160 ettari, con 2800 metri di banchina e 4800 di dighe, le nuove infrastrutture potranno accogliere tre volte i volumi di scambi previsti in scadenza. I lavori erano cominciati nel 2010 in due tappe: la creazione di infrastrutture di base e la costruzione di nuove banchine, ampie abbastanza da accogliere comodamente container carichi di frutta, auto, prodotti manufatti. Oggi abbiamo due terminal nuovi e fiammanti, TC3 e TC4. Il primo è stato dato in concessione a Marsa Maroc. Il TC4 al gigante olandese Maersek APM. Morgen Engestoft, presidente esecutivo del gruppo, ha confermato un investimento di 10 miliardi di dirham nel nuovo terminal.
Grazie alla sua estensione, Tanger Med II permetterà all’impianto portuale di triplicare le sue capacità. Da 3 milioni di container l’anno -3,4 nel 2018 – , si arriverà molto presto a 9. Questo farà decollare Tanger Med, posizionandolo tra i top 20 in materia di collegamenti. Più precisamente, Tanger Med passa dall’83° al 17° posto nella classifica della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Cnuced). Ottantotto miliardi di dirham sono stati investiti con una partnership pubblico-privata. Cinquantatre, ossia i due terzi, arrivano dal settore privato. Un esempio di grande riuscita in materia di accordo a controllo congiunto tra pubblico e privato. Un nuovo programma di nove miliardi di dirham è previsto per il 2025, afferma Fouad Brini, presidente dell’Agenzia speciale Tanger Med. Servirà a creare una rete viaria per il trasporto internazionale e l’ampliamento delle capacità organizzative portuali, così come la creazione di nuove zone riservate al supporto le esportazioni marocchine.
Sbaragliati, grazie a organizzazione e tecnologia i concorrenti diretti, Port Said nel canale di Suez e Durban sulla costa sudafricana. Almeno è quanto affermano le autorità portuali. Le coste di Gibralta si vedono senza problemi, ma a preoccupare è la concorrenza del grande porto spagnolo di Algesiras, che si trova proprio nella baia di Gibralta. Nei discorsi ufficiali non è mai stato citato. Ma questo porto, uno dei più grande del Mediterraneo, potrebbe costituire un importante problema allo sviluppo e alle ambizioni di Tanger Med, che si presenta oggi come il principale porto del Mediterraneo. Quello che non si può negare è che il Marocco sia divento una hub logistica fondamentale tra l’Europa e l’Africa, ma soprattutto negli scambi interafricani. Una mega hub che si pone nei punti strategici tra Africa e Europa, Africa e Medio oriente, Africa e Atlantico: 185 porti e 80 paesi saranno ora collegati al porto, che diventa così il primo porto del mediterraneo. Tanger Med ha unito i porti di Djibuti, del Barhein, del Guatemala e del Madagascar. I principali corridoi mondiali, strade marittime del commercio mondiale, passeranno da Tangeri. Anche se sono gli scambi Africa su Africa ad aver messo in moto tutto il progetto in vista di un’importante integrazione economica africana.
Conseguenze. I costi logistici sono scesi influendo sul consumatore che ha visto scendere anche i prezzi grazie all’abbassamento dei costi di import export. Inoltre, la disponibilità dei prodotti deriva da un mercato sempre più continentale, cosa che dovrebbe dare maggior vita alle dinamiche d’integrazione economica regionale. Tanger Med ha permesso l’apertura di 912 imprese e la creazione di più di 75.000 posti di lavoro nella logistica, industria, e servizi con effetto immediato sul tessuto economico della regione e un effetto sinergico con il polo industriale Tanger Tech. Le autorità portuali hanno tenuto a sottolineare che il fattore umano non è stato dimenticato: scuole, acqua potabile e ambiente sono in via di ristrutturazione.
Se fino alla morte di Re Hassan II la regione del Rif non era stata mai presa in considerazione, suo figlio Mohamed VI ha lanciato una serie di progetti volti a togliere dall’isolamento. Se l’inserimento del Sovrano in questo faraonico progetto è stato in parte politico, voluto per placare gli animi in una regione difficile, certo è che a partire da Tangeri, un nuovo faro vuole illuminare gli scambi del Marocco e dell’Africa intera.
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