No – I giorni dell’arcobaleno (Film, 2012)
Un film storico realistico e utile, girato in formato ridotto e con una bassa qualità delle riprese, in modo tale da farlo sembrare un documentario anche nelle scene di fiction, non facendo stonare le frequenti (e necessarie) immagini di repertorio.
Pablo Larrain documenta la vittoria dell’allegria contro l’oscurantismo, il No al referendum che nel 1988 Pinochet fu obbligato a concedere e che lo vide costretto a lasciare il potere dopo quindici lunghi anni di terrore. Il merito della vittoria del No va soprattutto a un giovane pubblicitario, figlio di un dissidente comunista, di rientro nel paese dopo anni di esilio, capace di portare una ventata di novità e di positività nella vetusta propaganda politica. Larrain racconta la rivalità tra Lucho e René, il passato e il presente della pubblicità, il capo e il suo sottoposto, la lotta pubblica e personale per vincere una battaglia referendaria, fino alla definitiva vittoria della democrazia che prende il posto del vecchio potere oscurantista per far nascere un nuovo Cile. René e Lucho tornano a lavorare insieme, dopo che tutto è cambiato, pronti ad accettare la sfida di costruire un paese libero e democratico. Il messaggio positivo del finale sta nel fatto che chi ha lottato su opposti fronti al momento del bisogno è pronto a collaborare per ricostruire.
Il film è tratto da un’opera teatrale (El plebiscito) di Antonio Skarmeta, sceneggiato senza punti morti, come un thriller politico, montato ad arte, senza soluzione di continuità tra documenti d’epoca e parti di pura fiction che si intersecano a dovere nell’opera compiuta. Fotografia sporca, immagini a bassa risoluzione, macchina a mano e ripetute soggettive, slogan pubblicitari in sintonia con i veri spot referendari, recitazione intensa e partecipe. Larrain ci regala un nuovo spaccato del Cile sotto Pinochet, dopo il crudo e realistico Post Mortem (2010), anticipando il buon successo di Neruda (2016).
No – I giorni dell’arcobaleno ottiene la nomination come Miglior Film Straniero agli Oscar (ma non vince), mentre si aggiudica il Festival del Cinema dell’Avana e della Georgia. Da vedere per capire molti lati oscuri della storia sudamericana e per riflettere su aspetti poco conosciuti della politica cilena. Recuperatelo. Passato su Rai Storia senza interruzioni pubblicitarie e completo dei titoli di coda. Non è scontato in Italia.
. . .
Regia: Pablo Larrain. Soggetto: Antonio Skarmeta (opera teatrale El plebiscito): Sceneggiatura: Pedro Peirano, Pablo Larrain. Fotografia: Sergio Armstrong. Montaggio: Andrea Chignoli, Catalina Marin Duarte. Produttori: Pablo Larrain, Daniel Marc Dreyfuss, Juan de Dios Larrain. Casa di Produzione: Fabula, Canana Films. Paesi di Produzione: Cile, Francia, USA. Genere: Storico, Drammatico. Durata: 118’. Colore, B/N. Distribuzione Italia: Bolero Film. Interpreti: Gael Garcia Bernal (René), Alfredo Castro (Lucho), Antonia Zegers, Nestor Cantillana, Luis Gnecco, Alejandro Goic.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]