Lotteria scontrini, a Taiwan già dal 1951

Tra le tante proposte dell’attuale Governo, trova spazio anche quella che è stata definita addirittura bizzarra, ma che potrebbe essere un validissimo strumento ai fini della lotta all’evasione fiscale. In sintesi ad ogni scontrino per un acquisto, sarebbe abbinato un numero di una lotteria nazionale alla quale l’acquirente parteciperebbe automaticamente solo per avere effettuato l’acquisto magari anche solo di un caffè. Un esperimento che alcune notizie di stampa dicono doveva già partire lo scorso novembre e che, nei desiderata del Governo giallo-verde, dovrebbe diventare definitivo a gennaio 2020. Nel testo della legge di bilancio sono previsti addirittura premi maggiorati per chi scegliesse di pagare con carte di credito e bancomat. In un’era in cui il rintraccio delle operazioni finanziarie, anche piccole, e il trattamento dati sono all’ordine del giorno, prevedere questa strana forma di incentivo per arginare l’evasione fiscale non dovrebbe stupire, al di là delle immaginabili difficoltà per monitorare forme di piccola evasione, ad iniziare da un sistema di monitoraggio e emissione scontrini che trovi l’adesione da parte di ogni negoziante, esercente, professionista. Non è chiaro ancora quale sarà la soglia minima di acquisto e del relativo scontrino per poter accedere a questa lotteria. In ogni caso un sistema meno fantasioso di quello di una lotteria con estrazione a fine anno delle categorie di fatture che potranno essere detratte dalle tasse. Sarà più fortunato chi rifà a casa l’impianto idraulico oppure chi potrà detrarre le spese dell’avvocato?

In ogni caso, l’idea della fattura con lo scontrino che funziona come una cartella della tombola o un gratta e vinci, non è venuta per primi ai nostri attuali governanti e, dove già in uso, sembra proprio funzionare. A Taiwan esiste dal 1951. Si chiama “Uniform Invoice Lottery”.

Erano trascorsi pochi anni da quando il Generalissimo Chiang Kai-shek, uscito sconfitto con il suo Kuomintang dalla guerra civile con i comunisti di Mao Tse-tung, si era trasferito sull’isola di Formosa, come la chiamarono i portoghesi, che forma insieme ad altre isole minori, la Repubblica di Taiwan. Ancora oggi, su ogni scontrino che viene regolarmente rilasciato per acquisti anche di importi minimi, vi è stampato un numero che permette al cliente di poter partecipare ad un’estrazione che si tiene ogni due mesi e che ha un montepremi decisamente interessante, tenuto conto che il premio più importante è di dieci milioni di NT, la moneta taiwanese che, al cambio attuale sono circa 285.000,00 euro. Ovvio che ogni consumatore reclami il proprio scontrino e non è raro che, in occasione di raccolte fondi, i volontari siano ben lieti di raccogliere manciate di scontrini piuttosto che poche monete. La possibilità di vincita di una somma ingente è un incentivo non da poco per chi raccoglie questi fondi.

Sul punto sono state poste alcune domande al Dr. Sing-ying Lee, che si fa chiamare Andrea, diretto re dell’Ufficio di Rappresentanza di Taipei a Roma, ambasciata non ufficiale di Taiwan nel nostro paese che, a differenza del Vaticano, ha rapporti ufficiali con Pechino, a causa delle note vicende che coinvolgono i due Stati. Nel suo ottimo italiano, il Dr. Lee ha fatto rilevare come la Uniform Invoice Lottery sia entrata nella vita dei taiwanesi come un fatto assolutamente normale e che rappresenti non soltanto una forma di educazione verso commercianti e consumatori in una realtà che, peraltro, vede un livello bassissimo di evasione fiscale. Sul punto però ha fatto notare come a Taiwan l’IVA sia al cinque per cento e le tasse siano decisamente più basse di quelle che paghiamo in Italia e siano progressive. Basti pensare che nel 2010 l’aliquota massima per le imprese è stata ridotta dal 25 al 17% e prevista l’esenzione per aziende che fatturano meno di 120.000,00 NT.

Inoltre gli uffici competenti hanno avviato un’iniziativa per la fatturazione elettronica dal 2006 con l’intento non solo di promuovere l’e-commerce e ridurre il numero di ricevute che devono essere stampate fisicamente ed è stato indicato che se 8 miliardi di ricevute cartacee venissero sostituite con fatture elettroniche, 80.000 alberi potrebbero essere salvati.

Lezioni da tenere di conto da parte dei nostri governanti, specialmente in una realtà dove funzionano e nella quale, sempre come riferito dal Dr. Lee, esistono metodi che dissuadono gentilmente l’evasione fiscale quali, ad esempio, la presenza di un funzionario statale alla cassa di un negozio che si scopre abbia il vizio di non emettere scontrini oppure, nel caso di personaggi importanti che inducano a dubbi sulla veridicità delle loro dichiarazioni dei redditi, invitarli presso gli uffici della finanza per colloqui che possono durare anche più giorni, con le immaginabili ripercussioni sulle loro attività.

Naturalmente, dall’emissione dello scontrino sono esentate tutte le attività che autocertificano i loro introiti sotto le soglie stabilite e tutte le attività di strada, i night market, che costituiscono non solo una delle più significative caratteristiche di Taiwan, ma anche un importante polmone dell’economia, tenuto conto che, ogni anno, oltre un milione di turisti li visitano per il celebre street food.

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