Italia delle Regioni
Lo Spettacolo ed i Beni Culturali all’attenzione dell’Associazione dei Comuni Italiani, Comuni che nel periodo estivo promuovono una miriade di attività turistico culturali a beneficio di cittadini e turisti. “Nei prossimi due anni Stato, Regioni ed Enti locali saranno chiamati a lavorare assieme su un gran numero di decreti legislativi rispetto al riordino dei settori dello spettacolo e di alcuni aspetti significativi del codice dei beni culturali e del paesaggio che incidono sul sistema delle Regioni e degli Enti locali. Abbiamo dunque chiesto di istituire una Cabina di regia per la redazione dei provvedimenti attuativi”. E’ quanto ha sottolineato il vice presidente vicario di Anci e sindaco di Valdengo Roberto Pella a margine dell’incontro svolto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali nel corso del quale l’Associazione dei Comuni assieme all’Unione delle Province Italiane hanno presentato una serie di emendamenti per ampliare e rafforzare la portata innovativa del testo governativo.
“Vanno modificate le norme che disciplinano il rapporto di lavoro nel settore dello spettacolo – ha ribadito Pella – prevedendo l’attivazione di un vero e proprio sistema di welfare per i lavoratori in un settore in cui è molto diffusa la precarietà e l’intermittenza dei rapporti di lavoro”. Altro punto importante messo in evidenza dal vice presidente riguarda la necessità di introdurre “delle disposizioni per semplificare l’iter burocratico per lo svolgimento di attività di pubblico spettacolo così come per l’autorizzazione di pubblica sicurezza”.
Tra gli emendamenti presentati particolare attenzione è stata posta al riconoscimento del ruolo fondamentale del mondo dell’associazionismo nella promozione delle attività di spettacolo e al sostegno dei festival dell’arte di strada, del circo contemporaneo e delle musiche della tradizione popolare italiana.
Rispetto invece alle criticità, Pella ha sottolineato la necessità di valorizzare il ruolo di Comuni, Province e Regioni “mai menzionate nel nuovo testo, così come andrebbe coordinata la disciplina del riordino del codice dei beni culturali con le previsioni del codice degli appalti e del Terzo settore rispetto almeno all’intervento dei privati”.
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