Ogni maledetto Natale (Film, 2014)

Rai Movie ha celebrato la perdita prematura del regista e sceneggiatore Mattia Torre rispolverando Ogni maledetto Natale, uno dei suoi lavori da regista per il cinema, insieme a Boris – il film (realizza anche la serie televisiva). Il sodalizio con Ciarrapico e Vendruscolo produce alcuni gioielli di originalità come Piovono mucche (2002) e Piccole anime (1998), oltre a una serie interessante per il piccolo schermo come Boris.

Ogni maledetto Natale non è un film realistico, ma segue la lezione di Marco Ferreri per raccontare tra il grottesco e l’assurdo una singolare storia d’amore tra due ragazzi che provengono da mondi diametralmente opposti. Massimo (Cattelan) è figlio di una famiglia ricca che lo vorrebbe inserire in azienda per avviarlo a un futuro da manager, mentre Giulia (Mastronardi) è figlia di trucidi viterbesi che aspirano a vederla sindaco del loro piccolo paese sperduto tra le campagne. Il film vive sul fatto che gli stessi attori che interpretano la parte dedicata ai trucidi rivestono un ruolo nelle sequenze girate dentro la famiglia borghese. Registi  e sceneggiatori premono il piede sull’acceleratore del grottesco, calcano la mano nel definire la rozzezza dell’ambiente familiare della ragazza, così come non vanno tanto per il sottile nel delineare la superficialità e l’ipocrisia dei ricchi. Alla fine lo spettatore resta sconcertato e non sa dire quale delle due famiglie sia la più bizzarra, tra dei rozzi animali che passano la notte di Natale a giocare alla caccia al cinghiale bevendo grappa drogata e una famiglia benestante infastidita dal suicidio di un cameriere filippino che non sa come trovare la scusa per festeggiare il Natale. Una storia d’amore sui generis, in fondo, dove i giovani rappresentano la speranza per il futuro, perché dopo reciproche incomprensioni si rendono conto che soltanto un sentimento sincero può salvarli dal fare la fine dei loro padri. Lieto fine assicurato.

Intendiamoci bene, Ogni maledetto Natale non è un capolavoro, ma nel niente assoluto che caratterizza il cinema italiano ha almeno il pregio dell’originalità e del grottesco, due caratteristiche che sembrano scomparse nei prodotti sempre uguali e innocui sfornati dai nostri giovani registi. Il film gode di interpreti azzeccati, a parte un ingessato Cattelan nel ruolo del giovane innamorato e una Mastronardi sin troppo convenzionale. Il resto del cast è perfetto, perché Pannofino rende bene sia come trucido genitore che come ricco imprenditore, così come si ricordano Giallini e Guzzanti (bravo come cameriere filippino), oltre a un invasato Mastandrea, una nevrotica Morante e un Fresi sempre in forma. Da rivedere, per ricordare uno sceneggiatore originale come Mattia Torre. Lo trovate su RaiPlay.

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Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo. Montaggio: Patrizo Marone. Fotografia: Michele Paradisi. Scenografia: Marta Maffucci. Costumi: Veronica Fragola. Trucco: Alessandro D’Anna. Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia. Produttore Esecutivo: Fausto Brizzi. Casa di Produzione: Wildside, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Genere. Commedia Grottesca. Durata. 96’. Interpreti: Alessandra Mastronardi, Alessandro Cattelan, Francesco Pannofino, Corrado Guzzanti, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Caterina Guzzanti, Stefano Fresi, Andrea Sartoretti, Laura Morante, Valerio Aprea.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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