FSE Plus a tutela della salute
L’art. 168 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea indica la salute dei cittadini tra le priorità in carico alle istituzioni europee. Se è vero che la responsabilità organizzativa compete in primis ai governi nazionali, è altrettanto corretto ricordare che alla UE compete il ruolo di integrare e sostenere gli stati membri nell’attuazione delle politiche in materia di salute cercando di uniformare il livello di assistenza fornito dai singoli stati. Qui rientrano tutte le norme atte a proteggere i cittadini e a far sì che medicine e servizi sanitari siano godano di un alto standard qualitativa, senza scordare le regole sui diritti di cura ai pazienti nella UE (nda: come nel recente articolo sulla TEAM).
Per il 2014-2020 al terzo programma della UE per la salute era stato assegnato un budget di € 450 milioni di euro; per il bilancio a lungo termine 2021-2027 queste politiche sono invece state inserite nel FSE+ (Fondo Sociale Europeo Plus). Il FSE+ è supportato da finanziamenti provenienti anche da Orizzonte 2020 per la ricerca, Politica di Coesione UE, Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici. Il 16 gennaio 2019 il Parlamento europeo ha votato il nuovo Regolamento che istituisce il nuovo Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), che accorperà il vecchio programma del Fondo Sociale Europeo (FSE), l’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile (YEI), il Fondo di Aiuto Europeo agli Indigenti (FEAD), il Programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) e il Programma UE per la Salute. Budget: € 120,4 miliardi (aumentato rispetto ai 101,2 miliardi proposti dalla Commissione europea). Introduzione della Garanzia per i Bambini quale sostegno per 25 milioni di bambini in Europa, il 26% dei bambini nella UE a 28, che si trovano sulla soglia di povertà e a rischio di esclusione sociale. Garanzia Giovani e Iniziativa per l’Occupazione Giovanile per garantire a tutti i giovani di età inferiore ai 29 anni un’offerta valida di impiego, apprendistato, tirocinio, o ulteriore corso di studi entro quattro mesi dalla fine degli studi o dall’inizio della disoccupazione.
L’UE regola l’autorizzazione e la classificazione dei medicinali, grazie all’istituzione della reta europea di regolamentazione dei farmaci, una rete formata dall’Agenzia europea del farmaco, istituzioni nazionali e Commissione europea. Una volta che il farmaco è distribuito sul mercato, la sua sicurezza continua ad essere controllata. Ci sono regole UE specifiche sui farmaci destinati a bambini, sulle malattie rare, sui i prodotti per terapie avanzate e sulle sperimentazioni cliniche. Per restare al passo col progresso scientifico, migliorare la sicurezza e assicurare la trasparenza sono state adottate nel 2017 nuove regole sui dispositivi medici e i dispositivi medici per la diagnosi in vitro, come le valvole cardiache e le macchine da laboratorio. Le regole sull’uso della cannabis terapeutica variano da stato a stato. L’UE lavora per promuovere la salute e la prevenzione di malattie quali i tumori, le malattie mentali e le malattie rare e offre informazioni sulle malattie tramite il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). La UE si occupa anche di fumo con la Direttiva sul tabacco e delle malattie rare e complesse per cui nel 2017 ha istituito le 24 Reti di Riferimento Europee. Anche la veterinaria è al centro delle attenzioni, alla resistenza antimicrobica sono addebitati 33.000 morti all’anno, ora è stato adottato un nuovo regolamento sulle medicine veterinarie. La UE sta cercando anche di arrivare ad un piano unico standardizzato in merito ai vaccini per combattere il riaffacciarsi delle malattie infettive.
Anche gli elementi fondamentali della natura sono associati alla salute dei cittadini, quali l’acqua al cui riguardo la UE ha emesso la Direttiva Quadro sulle Acque; l’aria per cui si sta battendo da molti anni per abbattere l’inquinamento attraverso il pacchetto Aria Pulita. Terra e cibo sono un binomio inscindibile, la UE ha reso le ispezioni nella filiera alimentare molto più severe a partire dal 2017, andando a vietare o regolamentare ai minimi livelli pesticidi, nitrati, metalli pesanti, ma anche tutto quello che viene a contatto con il cibo come imballaggi e posate. Gli ambienti di lavoro non sono esenti dalle buone pratiche messe in campo dalla UE, normando un livello minimo di attributi che gli stati possono elevare a piacimento, considerando che il progressivo invecchiamento della popolazione incide sull’età media dei lavoratori rendendo necessario avere particolari attenzioni ai vari aspetti dell’ambiente lavorativo e dei ritmi a esso connessi.
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