Cronache dai Palazzi

“Il nostro obiettivo è quello di remare insieme nell’interesse del Paese”, ha affermato il premier Conte incontrando i sindacati per parlare di manovra. La misura più sostanziosa sul tavolo dell’esecutivo sembra essere la riduzione delle imposte sul reddito dei lavoratori.

Altre iniziative di Palazzo Chigi prevedono dei bonus per le auto verdi e un premio di 2 mila euro a chi rottama un’auto fino alla classe Euro 4 nelle città sotto infrazione comunitaria per il mancato rispetto degli obblighi  sulla qualità dell’aria. Ed ancora agevolazioni per l’energia pulita, come la riqualificazione energetica degli edifici, in pratica le misure principali del decreto legge sul clima. Previsti inoltre investimenti pubblici per la prevenzione sismica e dei rischi idrogeologici, sgravi all’autotrasporto, all’agricoltura e alla pesca.

Un “Green New Deal” italiano piuttosto “corposo”, come ha affermato il ministro per l’Ambiente Sergio Costa, strutturato in vista dell’assemblea dell’Onu sul cambiamento climatico. Un piano dal quale dovrebbe partire la svolta ambientale del governo. Tale piano necessita però di una “massima condivisione”. Costa ha anche annunciato le cosiddette “aste verdi” che permetterebbero alle imprese di comprare e vendere “diritti” ad emettere anidride carbonica in modo tale da reperire i fondi necessari per finanziare le misure. Allo stato attuale, la mancata condivisione del progetto legato all’ambiente non dipende comunque soltanto dalle coperture, bensì riguarda anche il merito di alcune misure a partire dal taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente che sembrano valere circa 19,3 miliardi l’anno. Il decreto per l’ambiente del ministro Costa dovrà quindi essere necessariamente ridiscusso con via XX Settembre.

“Temi come l’alleggerimento della pressione fiscale a partire da una riduzione delle tasse sul lavoro, una nuova agenda di investimenti “verdi” e un piano strutturale di interventi per il Sud sono priorità che siamo determinati a mettere al centro della prossima manovra economica”, ha chiarito Conte ai sindacati aggiungendo “una seria lotta all’evasione fiscale”. Il governo lavorerà su un orizzonte “triennale”, ha sottolineato il premier, e con l’obiettivo di “tenere i conti in ordine”, quindi si procederà per gradi. Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale, inoltre, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha affermato che verrà attuato ma non è ancora chiaro “né quanto né come”.

I leader sindacali si sono dichiarati a loro volta soddisfatti. Landini ha suggerito di aprire un tavolo anche su reddito e quota 100. Per Furlan (Cisl) il programma di Conte è “un buon punto di partenza”, mentre Barbagallo (Uil) ha preannunciato un “cambio di passo” sottolineando che “restiamo un Paese che ha bisogno di strutture materiali e immateriali”. Per di più “il tema di come ridurre la pressione fiscale su lavoratori e pensionati è centrale”. Per Barbagallo “servono strumenti come le detrazioni e, per esempio, la detassazione degli aumenti contrattuali”. In pratica “va aumentato il potere di acquisto dei lavoratori, a beneficiarne sarà anche il 75% delle imprese italiane, quelle che lavorano e producono beni per il mercato interno”.

Il ministro dell’Economia Gualtieri ha assicurato che verranno mantenuti sia il “reddito di cittadinanza” sia “quota 100”. Per il reddito ci sono delle novità: nel caso di contratto di lavoro a termine il sussidio verrebbe semplicemente sospeso mentre ora si perde. In questo modo i titolari del reddito di cittadinanza potrebbero essere comunque incentivati ad accettare eventuali proposte di lavoro. Per di più, chi non si presenta al colloquio con i centri per l’impiego per due volte potrebbe perdere il sussidio, mentre oggi succede dopo tre assenze.

In definitiva, entro metà ottobre dovranno essere chiare le linee adottate dal governo in materia economica. Dovrà essere presentato lo scheletro del bilancio da riempire di misure sulle tasse e la spesa. L’Iva è l’unica imposta dichiarata intoccabile. È previsto invece il taglio di tasse o contributi sul lavoro dipendente per 4 o 5 miliardi. Nuovi incentivi per le imprese che investono e il ministro dell’Istruzione chiede urgentemente 3 miliardi per scuola e università, oltreché la stabilizzazione di circa 150 mila precari come sottolineato anche dai sindacati.

Alla fin fine, però, si dovranno fare i conti  con il debito pubblico, e anche solo bloccando gli aumenti dell’Iva il deficit sembra salire al 3,1% del Pil che è decisamente troppo per Bruxelles. Sarebbero necessari almeno 15 miliardi per rientrare nei ranghi e dalla lotta all’evasione, tanto attesa, potrebbero derivare ad esempio non più di quattro o cinque miliardi.

Con il taglio del cuneo fiscale e contributivo (in pratica la differenza tra il lordo e il netto in busta paga) a favore dei lavoratori il governo mira a rinforzare il potere di acquisto delle famiglie prevedendo quindici miliardi di imposte in meno nell’arco di tre anni. Tutto ciò andrebbe a beneficio della crescita e dell’occupazione. Lo sgravio si concentrerebbe sui redditi medio bassi, fino ai 35 mila euro l’anno lordi per poi ridursi fino ad azzerarsi oltre i 50 mila euro. Il taglio del cuneo interesserebbe i lavoratori dipendenti e nel concreto potrebbe corrispondere a circa 1.500 euro l’anno in più. Si prevede la possibilità di erogare lo sgravio in un’unica soluzione come ad esempio una quattordicesima nel mese di luglio.

Altro nodo al pettine riguarda il rinnovo dei contratti pubblici per tre milioni di dipendenti, per cui i sindacati Cgil, Cisl e Uil rivendicano dei fondi per circa 4 miliardi di euro. La neoministra della Pubblica amministrazione, Francesca Dadone (M5S), ha dichiarato di voler incrementare anche del doppio le risorse (1,8 miliardi) per i contratti previste dall’ultima manovra.

L’ipotesi di manovra correttiva per il 2019 per evitare un’eventuale procedura d’infrazione per deficit eccessivo si estende dai 3 ai 10 miliardi di euro, mentre per il 2020 la manovra auspicata è di 30 miliardi senza tra l’altro tener conto di misure come la flat tax.

In questo contesto la Commissione europea ha messo a punto delle raccomandazioni indirizzate al nostro Paese tra cui rafforzare la lotta all’evasione fiscale e contro il lavoro nero; incrementare gli investimenti destinati alla ricerca e all’innovazione, e alla realizzazione di infrastrutture di qualità; ridurre la durata dei processi e realizzare un piano di ristrutturazione delle banche medio piccole.

Il governo italiano ha infine messo nero su bianco un decreto legge con le disposizioni urgenti in materia di sicurezza nazionale cibernetica. Il fulcro del provvedimento è la realizzazione di un perimetro nazionale per la cyber security, in pratica un sistema di organi, procedure e misure per garantire la sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici sia all’interno delle amministrazioni pubbliche sia per gli operatori privati che erogano servizi e prestazioni essenziali per lo Stato. Per questi soggetti sarà obbligatorio aggiornare almeno una volta all’anno, l’elenco delle reti e dei sistemi ritenuti strategici.

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