Demolition man

Parlando al convegno di Fratelli d’Italia, il Premier Conte ha detto di non credere che Renzi sia un “demolition man” (un demolitore). È obbligato a crederlo, o almeno a dirlo, se vuol dare un’impressione di stabilità al suo Governo. Ma è vero o no?

Il fatto è che lo strappo di Renzi dal PD rappresenta un enigma: non quanto alle sue ragioni, ma quanto al futuro. Le ragioni sono abbastanza chiare: Renzi si sentiva emarginato nel PD, che nei suoi confronti si era effettivamente comportato in modo perlomeno ingeneroso. Ha concluso che per contare qualcosa, all’interno della nuova maggioranza, doveva formare un suo Gruppo parlamentare, che costituisse la quarta gamba del tavolino su cui si regge il (precario) equilibrio del Governo. Ragionamento abbastanza logico ma a corto termine. Finché dura la tregua attuale (e ho i miei dubbi che possa resistere a lungo), Italia Viva potrà complicare le scelte già complesse e delicate che deve affrontare giorno per giorno Conte, ma non provocarne la caduta.

Ma in futuro? Quali sono i disegni segreti di Renzi? Quale la sua strategia (ammesso che ne abbia una)? Un uomo intelligente e ambizioso, come può pensare di influire sulle sorti del Paese con una forza elettorale potenziale stimata tra il 4 e il 6% massimo? Certo, se si ritorna al proporzionale puro, anche un 4% conta. Ma a che scopo? Conquistare qualche poltrona? Certo, la prospettiva della proporzionale già sta agendo su varie forze politiche: Toti sta creando un suo partito staccandosi da Forza Italia, Cesa pensa a una nuova DC. Insomma, sta accentuandosi il frazionamento cronico della politica italiana, quello da cui varie riforme elettorali avevano cercato di farci uscire senza successo. Amen! Ma al di là di obiettivi tattici, qual è il disegno renziano? Spera veramente di poter costituire un nuovo e forte centro, attraendo i profughi di Forza Italia, gli sparuti socialisti e qualcun altro?

E rispetto al Governo, che lui stesso ha contribuito a far nascere, resterà davvero leale o si farà prendere dal delirio psicomotorio che può fare di lui (magari per semplice spirito di vendetta) un demolitore.

Domande difficili, che certo Conte e non solo lui deve porsi con attenzione. Intanto è certo che lo strappo renziano non agevola certo l’opera complicata e difficile che questo Governo deve compiere nell’interesse di tutti.

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