La Chiesa arranca
Con tutti i problemi che ha, la Chiesa cerca di sembrare contemporanea e sposa appieno la carità cristiana. Cose loro, direte; in effetti sì, ma a volte forse vanno oltre. Questa storia del tortellino per musulmano (perché di questo si tratta inutile fare giri di parole), insomma questo adeguarsi mandando a quel paese nostre antiche tradizioni, di noi italiani, francamente mi sembra esagerato.
E voglio esagerare io con il “beceraggio” che stamane aleggia prepotente in me: ma non potrebbero dargli il riso? Devono per forza mangiare tortellini? Insomma, io sono per l’accoglienza specie verso chi, come i tunisini sbarcati ieri, sfugge da guerre e carestie. Perché c’è la guerra in Tunisia? Evidentemente sì ma noi non lo avevamo capito. Insomma, bisogna essere umani e cercare di integrare queste persone. Bene, solo che non mi pare che tutti lo vogliano. Comunque, non entro nel merito e penso sempre più con convinzione che ormai il business su questi poveracci è così importante che non ci sarà soluzione immediata.
Tornando alla Chiesa, non è un buon periodo; proprio recentemente la magistratura indaga su operazioni finanziarie sospette che hanno causato la sospensione di cinque dirigenti. Tra questi figurano don Mauro Carlino, capo degli uffici della Segreteria di Stato, e Tommaso Di Ruzza, direttore dell’antiriciclaggio. Ecco, appunto.
Pace e bene signori, tortellini e riciclo; insomma, ci si adegua ai tempi. Poco si fa secondo me sulla questione dei tanti cristiani ammazzati selvaggiamente, poco si fa per sradicare la piaga della pedofilia. Poco si fa ma chi sono io per dirlo? Una qualunque che “qualunquemente” penso che questi preti dovrebbero tornare alla preghiera e al silenzio, non interagire con le cose del mondo, coltivare orticelli e vendere anelli e crocefissi d’oro per sfamare tanta miseria. Insomma, tornare a fare i preti, quelli vestiti di nero che magari abitano in parrocchie disagiate ma che sono sempre sorridenti e disponibili verso la comunità.
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