Password indifese, arriva il Biometrico
Malgrado gli avvertimenti degli esperti di sicurezza informatica, poche settimane fa è stato perpetuato l’ennesimo attacco hacker ai danni degli utenti di Google, Yahoo!, Facebook e Twitter. I cyber criminali sono stati in grado di violare oltre due milioni di password, molte delle quali talmente facili da memorizzare da risultare persino banali. Non è, infatti, un mistero che la maggior parte degli internauti utilizzi la sequenza numerica “123456” per evitare di doversi scordare le credenziali di accesso di un dato servizio internet o social networks.
La sicurezza è, però, un argomento da non sottovalutare, specie considerando il grado di sofisticatezza che le tecniche e i software di hackeraggio hanno raggiunto negli ultimi anni. I dati più a rischio sono quelli che la Legge definisce come “sensibili”, troppo preziosi e riservati per lasciare che finiscano nelle mani sbagliate. D’altro canto va pur detto che oggigiorno le password da ricordare sono talmente numerose che molti preferiscono contravvenire alle regole base di sicurezza informatica, privilegiando la semplicità (“password”, “qwerty” e “iloveyou” sono solo alcune delle parole segrete più utilizzate mondo) a discapito dell’efficacia.
La soluzione a tutti questi problemi è il Biometrico, un sistema di autenticazione che riconosce l’utente a partire da uno o più tratti biologici in suo possesso, come ad esempio l’iride dell’occhio, le impronte digitali, le venature presenti nel palmo della mano o ancora la voce. Queste caratteristiche definiscono gli individui come essere unici e irripetibili. In pratica è come se il nostro corpo diventasse, anzi fosse, la password; niente più sforzi insomma per individuare e poi ricordare la parola magica a protezione dei propri dati.
Le tecnologie biometriche si stanno gradualmente affermando tanto da essere entrate di diritto nelle Top 10 delle tendenze consumer più importanti per il 2014, la classifica stilata dagli Ericsson ConsumerLab. Dalla ricerca è, in particolare, emerso che più della metà dei possessori di smartphone vorrebbe utilizzare le proprie impronte per sbloccare lo schermo del cellulare, mentre il 48% si dice favorevole ai sistemi di riconoscimento oculare. Sempre sul tema è da segnalare che ben il 74% ritiene che gli smartphone biometrici diventeranno un fenomeno di massa nel corso del 2014.
Alcuni segnali di questo trend sono rintracciabili già da ora. L’ultimo gioiello della tecnologia, l’iPhone 5S, dispone infatti di un sensore d’identità a impronte digitali chiamato “Touch ID”, che può registrare fino a un massimo di cinque dita. La replica di Samsung non si è fatta attendere molto: secondo i bene informati l’azienda sudcoreana starebbe lavorando ad uno scanner oculare da integrare nel prossimo Samsung Galaxy S5, senza contare il face-unlock introdotto sui tablet della serie Nexus (basta un sorriso e via, il dispositivo è pronto a ripartire). Un’innovazione tutta italiana è, invece, “Papillon”, il primo pagamento biometrico touchless sviluppato dal ramo R&D di UniCredit. Attraverso lo spettro emesso dall’emoglobina presente nel sangue, questo speciale sensore è in grado di ricostruire la mappa delle vene e delle arterie della mano. L’esempio non è isolato: anche altre istituzioni (finanziarie e non) stanno testando simili soluzioni, che per esempio verificano l’identità di un correntista e ne autorizzano le transazioni, confrontando la voce a telefono con quella salvata nei database audio.
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