Il minimalismo di Morris in mostra a Roma
Robert Morris, scultore tanto prolifico quanto controverso, viene celebrato, ad un anno dalla sua morte, con una mostra allestita alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Inaugurata il 14 ottobre scorso, si avrà tempo fino al 26 gennaio prossimo per rivedere o conoscere le opere di uno dei fondatori della scultura minimalista.
Statunitense di nascita, nella sua lunga e prolifica carriera, Robert Morris ha realizzato opere che testimoniano il suo continuo intento di sperimentare tanto che sarebbe riduttivo relegarlo in una corrente artistica. Partito infatti dal minimalismo e dall’espressione astratta, si è progressivamente avvicinato allo studio della figura umana e all’arte del passato (nessuna esclusa) fino ad approdare a Rodin.
Morris utilizzava legno, fibra di vetro, alluminio, materiali industriali di vario tipo ma soprattutto feltri, con cui, ritagliando grandi porzioni, realizzava sculture gigantesche appese o appoggiate a terra. Intendeva in tal mondo esprimere il concetto che la forma non è prefissata dall’artista ma nasce in collaborazione con la forza di gravità. Alle iniziali installazioni morbide e aperte, aggiungerà in seguito del bronzo che andrà a fissare i tessuti su forme umane.
In Italia, possiamo trovare suoi contributi ad esempio a Prato dove, nel 2001 ha realizzato, in bronzo e marmo, l’altare, l’ambone e la cattedra del Duomo che testimoniano il suo avvicinamento alla scultura figurativa. Sempre a Prato, nel chiostro del Museo dell’Opera del Duomo, si trova la scultura, stavolta in chiave minimalista, “Quattro per Donatello”.
Le opere di Robert Morris sono conservate nelle collezioni dei principali musei di arte moderna e contemporanea del mondo. Ha partecipato a varie edizioni di Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia del 1993.
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