Cienfuegos

Mi è capitato spesso di essere a L’Avana proprio in questo periodo, in concomitanza di un’importante Fiera Campionaria. Una volta, camminando sul Malecon, il meraviglioso lungomare della città, mi sono imbattuta in un folto gruppo di scolari che, accompagnati dai loro insegnanti, gettavano fiori nell’oceano. Una cerimonia veloce ma suggestiva, una vera commemorazione.

E’ questo il modo dei cubani di ricordare uno degli eroi della Rivoluzione, Camilo Cienfuegos. Era di umili origini, faceva il sarto, ma dopo aver sposato la rivoluzione cubana e aver contribuito al suo trionfo, Cienfuegos formò parte dell’Esercito rivoluzionario come Capo supremo. Combatté le sollevazioni controrivoluzionarie e partecipò anche alla Riforma agraria. Il comandante Camilo Cienfuegos era apprezzato per la sua umiltà, semplicità e il suo sorriso, e la sua popolarità arrivò ad essere paragonabile a quella del leader della rivoluzione, Fidel Castro.

Morì giovane, Camilo; le circostanze della sua morte sono state sempre motivo di discussione e di teorie del complotto. La versione ufficiale afferma che Camilo Cienfuegos muore il 28 ottobre 1959 in un incidente aereo causato dal maltempo, mentre tornava da Camagüey a L’Avana, a bordo del suo aereo Cessna 310. Tuttavia, i resti di Cienfuegos non furono mai ritrovati, né quelli del suo aereo, dal quale non partì nessuna chiamata di soccorso. Immaginate voi quante ne sono state dette e scritte. Il Che scrisse parole molto toccanti su di lui e chiamò Camilo suo figlio maschio. Nell’isola il culto di Camilo è grande, molto meno fuori dove la rivoluzione cubana viene rappresentata sempre con le immagini di Fidel e del Che.

Ma a Cuba svetta nella Piazza della Rivoluzione l’effige illuminata accanto a quella famosissima del Che. I due eroi morti giovani in fondo accumunati dal mistero sulla propria morte.

Però  di Camilo non furono mai trovati i resti e nemmeno i rottami dell’aereo; una storia di rivoluzione e morte, un mito ancora vivo come accade a chi muore molto giovane. Hasta la victoria siempre, Camilo Cienfuegos.

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