Gli impegni dell’Europa per gli Oceani

In occasione della Conferenza “Il nostro Oceano” (Oslo, 23 e 24 ottobre 2019) l’Unione Europea ha preso una serie di impegni per individuare le soluzioni migliori e impegnarsi nel modo più efficace per affrontare quelle tra le sfide più importanti che riguardano gli Oceani, la tutela dell’ambiente marino, l’inquinamento marino, la pesca sostenibile, gli effetti dei cambiamenti climatici.

Sono 12,8 milioni di euro che l’Unione ha stanziato a favore del programma Copernicus, per attività di monitoraggio del clima per quanto concerne i ghiacciai marini e la tutela della criosfera nell’Artico e nell’Antartico; 2.300.000 euro la cifra dell’investimento annunciato sempre dall’Unione per sostenere lo sviluppo sostenibile del settore dell’energia oceanica, per promuovere l’inclusione dello sviluppo dell’energia oceanica nella pianificazione dello spazio marittimo; 22,86 milioni di euro per la promozione della “crescita blu sostenibile” nell’Unione; 9,9 milioni di euro l’importo che ha deciso di destinare per promuovere l’iniziativa congiunta del Pacifico per la protezione e il ripristino delle forme di biodiversità, per arginare o adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e per rafforzare la resilienza; 10 milioni di euro per promuovere la gestione integrata del paesaggio marino per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali.

Questa sono solo alcune delle cifre che l’Unione, nella Conferenza che ha visto riuniti i leader dei governi, imprese, società civile, istituti di ricerca, ha destinato per la gestione responsabile delle risorse marine e uno sviluppo economico sostenibile, la protezione dell’ecosistema marino.

Gli impegni annunciati dall’Unione nel corso della Conferenza  sono ventidue e sono tutti compresi nel raggio d’azione di quanto previsto dall’Agenda 2030 per una spesa di 540 milioni di euro totali : “…conservare  utilizzare in modo durevole gli Oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.” (Obiettivo di sviluppo sostenibile 14). Gli ambiti: sostenere la ricerca sugli Oceani, lottare contro l’inquinamento marino, promuovere l’economia blu e l’innovazione, “unire le forze di tutto il mondo per ottenere maggiori risultati”, “capire i cambiamenti climatici e adattarvisi”.

E sempre nel contesto della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino, la UE ha realizzato The Ocean Tracker, una mappa interattiva per monitorare i risultati conseguiti utilizzando gli oltre dieci miliardi di euro di investimenti e di impegni assunti in questi ambiti da governi, imprese e ONG.

Tutto questo per imprimere una decisa accelerazione al processo di transizione in direzione della realizzazione dell’economia circolare, che veda il coinvolgimento reale di tutti gli Stati membri, e di un modello economico a zero emissioni di carbonio entro il 2050.

Del resto era questa la linea d’azione tracciata dall’ultima riunione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e delle indicazioni da questo fornite nella sua “Relazione sull’impatto dei cambiamenti climatici sugli oceani e la criosfera”, che, come di consueto, ha offerto una base scientifica alle attività che i politici e i governanti su scala mondiale pongono in essere per potenziare le economie su base locale e sovranazionale, per arginare gli effetti dei cambiamenti locali sui territori e le economie, per mitigare le ripercussioni che questi possono avere sugli oceani, eliminando la povertà e promuovendo o sviluppo sostenibile e il senso delle decisioni prese con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici con cui la UE si impegnò a ridurre di almeno il 40% le emissioni di gas serra entro il 2030.

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