Le tentazioni di Matteo
Il documento congressuale di Mattero Renzi riporta una citazione sull’uso corretto del tempo tratta da «Resistenza e resa» di Dietrich Bonhoeffer, libro scritto dal filosofo tedesco durante la sua prigionia berlinese: «Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto esperienze, imparato, operato, goduto e sofferto. Tempo perduto è il tempo non riempito, vuoto». Il tempo, bene più prezioso, non può essere sperperato disseminando il percorso di inutilità e mancanze di responsabilità, o peggio, da vuoti narcisismi improduttivi. Un monito, questo, valido per tutte le forze politiche.
La mozione del neo segretario del Partito Democratico descrive l’Italia come «stanca, impaurita, rassegnata». E non vale guardare al passato, dove crediamo sia il tempo migliore: credere nuovamente alla politica significa saper trafficare con coraggio talenti e valori, recuperare un modello virtuoso per cambiare paradigma e restituire un futuro all’Italia. Un realismo storico e valoriale innovativo per il partito della sinistra italiana. Qualche minuto dopo aver vinto le primarie Matteo Renzi ha voluto tranquillizzare la base democratica affermando che «oggi non finisce la sinistra ma una classe dirigente», e di sinistra è il documento programmatico della nuova segreteria. Ma si colgono nuove considerazioni storiche ed economiche, modalità innovative nell’approccio dei problemi atavici del Paese. Molte idee, molto ben articolate e descritte, non del tutto inedite. L’implementazione di queste idee dovrà trovare realizzazione in futuri documenti, più articolati e dettagliati, validi per un reale cambiamento.
Per abbassare la pressione fiscale resta centrale la lotta all’evasione, così come per ridurre il debito pubblico viene chiamato in causa il progetto di dismissione del patrimonio pubblico. Per il centrale tema del lavoro si fa riferimento ai centri per l’impiego che in altri paesi europei sono efficaci nel far incontrare domanda e offerta di lavoro, cosa che in Italia non accade: «vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce qualcosa, la raccomandazione più che il merito». Il sindacato resta insostituibile, ma una legge sulla rappresentanza moderna – con meno sigle e meno quadri sindacali – la certificazione dei bilanci, unite ad una semplificazione del modello normativo sul lavoro, sono intuizioni efficaci per chi vuole ammodernare il paese e uscire da logiche conservatrici più che progressiste.
L’Europa ha bisogno dell’Italia, afferma Renzi, un Italia che sappia fare il suo mestiere. La critica alla tecnocrazia europea, fatta di estratti conto e basata sulla logica del tre per cento, è un chiaro richiamo ad un’idea diversa di Europa. Un sistema economico che per risanarsi finisce con uccidere il malato non è certo un sistema virtuoso. Una norma anacronistica non può pregiudicare la riforme e la crescita, ma un sano realismo deve contribuire a riformare il sistema europeo insieme ai singoli stati: «superare l’austerity come religione e i conti come fine è il primo passo per costruire una Europa politica che sappia scegliere e non solo amministrare. Cambiare l’Europa è una sfida che possiamo vincere». Molti altri capitoli sono accennati nel documento e molti altri sarà necessario scrivere per conseguire una politica di rinnovamento: la riforma elettorale e quella istituzionale, il Mezzogiorno, il terzo settore, la finanza e i regolamenti internazionali, i diritti degli immigrati, la scuola e l’università, la formazione politica.
Su tutti questi punti in agenda, e su tutti gli altri che verranno, è necessario che la nuova generazione, che si candida alla guida del Paese, dimostri con forza le sue competenze e capacità negoziali per risanare in Italia e farsi ascoltare in Europa. Ma anche che sia capace di cambiare in profondità comportamenti e posizionamenti, conseguendo credibilità, agendo con etica e responsabilità su tutti i fronti, e non dimenticando la profonda radice culturale dalla quale questo nuovo corso proviene. Per vivere fino in fondo il proprio tempo e costruire un futuro degno da vivere: non solo belle parole, quindi, ma azioni concrete e verificabili.
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