Amami (Film, 1992)
Il canale televisivo Iris ricorda Moana Pozzi a 25 anni dalla scomparsa con una serata interamente dedicata, che comincia con il film Amami – il suo ultimo lavoro non hard – e prosegue con un servizio speciale sulla sua carriera, soprattutto sui misteri legati alla morte prematura. Amami di Bruno Colella è ispirato alla vita di Moana ma resta una fiction che apprezziamo in televisione per la prima volta – con alcuni tagli – visto il tema e l’originario divieto cinematografico ai minori di anni 18.
Il regista Bruno Colella è un ex musicista, attore e regista di teatro che non lavora molto nel cinema, in questo caso alla prima esperienza per il grande schermo, non facile da gestire ma portata in fondo con sicurezza e competenza. Amami racconta la vita di una ragazza (Pozzi) che lascia il paese di origine per andare a Roma, dove lavora nel porno e per riviste erotiche, riscuotendo un certo successo. Al paese di origine tutti lo sanno, dal barista (Monni) all’edicolante, passando per l’ex fidanzato e gli avventori del bar, ma il padre (Novelli) vive ignaro, convinto che la figlia sia un’attrice che attende l’occasione per mostrare il suo talento. Quando scopre la verità entra in crisi, si ritira in sé stesso, non vuole più vedere né la figlia né gli amici di un tempo. Anna sarà così brava non solo da ricucire il rapporto ma anche da convincere il padre a recitare con lei in un film ispirato alla sua vita.
Amami è girato tra la Toscana (Greve in Chianti, una delle piazze più belle d’Italia) e Roma, sceneggiato senza sbavature da Veronesi e Colella, interpretato da un gruppo di attori – molti toscani – che siamo soliti apprezzare nei film di Francesco Nuti. Novello Novelli è straordinario come padre innamorato della figlia, disperato e incazzoso, infine convinto ad accettare la realtà senza farsi troppi problemi. Moana Pozzi è sé stessa fino in fondo, recita con personalità e bravura una parte che la vede impegnata sul set di alcuni porno e in sequenze ordinarie. Ricordiamo Monni barista, Ceccherini e Paci che si vedono per poche sequenze, Bucci giornalista d’assalto alla Minoli, la meteora Nadia Rinaldi simpatica ed eccessiva (in tutti sensi). Ottima la colonna sonora di Giovanni Nuti. Fotografia di Giurato luminosa ed effervescente che valorizza sia Greve in Chianti che Roma. Tecnica di regia matura, ben rappresentata dal carrello finale che stacca sui due protagonisti in un mix tra finzione e realtà.
Amami non è né un hard né un erotico, siamo di fronte a un film ironico, una commedia sarcastica molto ben girata che stigmatizza perbenismo, vizi privati e pubbliche virtù, mentalità provinciale e mondo del cinema che sfrutta i fenomeni del momento. Da rivedere con attenzione.
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Regia: Bruno Colella. Durata: 90’. Genere: Commedia. Soggetto e Sceneggiatura: Bruno Colella, Giovanni Veronesi. Fotografia: Blasco Giurato. Montaggio: Mirco Garrone. Musiche: Giovanni Nuti. Scenografia: Osvaldo Monaco. Costumi: Giovanni Casalnuovo. Interpreti: Moana Pozzi (Anna Venturini), Novello Novelli (Tullio Venturini), Nadia Rinaldi (Mary), Tony Esposito (Marco), Flavio Bucci (Pagani), Carlo Buccirosso, Carlo Monni.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]