Italia delle Regioni
Dopo l’importante esperienza iniziale dei Comuni Italiani dell’Anci delle città metropolitane con la firma della “Carta di Bologna per l’Ambiente. Le Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile” e il recente “Manifesto dei giovani amministratori italiani per un’Italia sostenibile”, carta firmata all’inizi di settembre ad Olbia, sono sempre di più i sindaci coinvolti in un nuovo percorso sperimentale e programmatico nel concepire e valorizzare l’azione amministrativa della città. Si intendono individuare metodi e strumenti di programmazione e valutazione del benessere dei territori.
“Si va formando una rete dei comuni sostenibili grazie Carta Di Bologna per l’Ambiente, al Manifesto per l’Italia sostenibile, e alle sperimentazioni sul campo condotte dall’ Istituto di Formazione degli Enti Locali IFEL per tradurre in pratica, a livello comunale, i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile fissati dall’Onu per il 2030 (SDGs) ed utilizzare gli indicatori del Benessere equo e sostenibile (BES), che ne costituiscono una possibile misura.
Si tratta di obiettivi che “riconciliano economia, ambiente e società”, è quanto ha dichiarato il Presidente IFEL, Guido Castelli, nel corso del suo intervento all’evento organizzato dalla Fondazione dell’Anci per la Finanza locale per la presentazione dei due progetti sperimentali in corso con alcuni Comuni.
“Oggi presentiamo i primi risultati – ha illustrato Pierciro Galeone, Direttore IFEL – di una sperimentazione condotta da IFEL insieme a 20 amministrazioni comunali che, con il supporto dell’Università Politecnica delle Marche. Abbiamo messo in relazione il processo e gli strumenti utilizzati per definire le scelte strategiche dei Comuni (attraverso il Documento Unico di Programmazione), le risorse (i documenti di bilancio) e gli effetti prodotti dalle azioni programmate e realizzate (gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile). Sono risultati che ci incoraggiano a lavorare in due direzioni: collegare in modo sistematico questi processi agli SDGs dell’Onu nella loro declinazione territoriale ma anche legare l’azione pubblica a quella dell’intera comunità locale (imprese, associazioni, fondazioni, banche) per mobilitare energie, incentivare comportamenti, mettere in comune risorse. Attraverso patti che siglano impegni reciproci tra il Comune e questi soggetti, si intende generare valore e indirizzare obiettivi di sviluppo che sono la declinazione locale degli SDGs dell’Onu”.
Riferisce Gabriella Petrelli sul sito Anci: “Su questo fronte, 20 Comuni italiani[ – ha spiegato Fabio Fiorillo, Professore dell’Università Politecnica delle Marche e coordinatore del progetto BES nel Documento Unico di Programmazione – hanno lavorato insieme per affinare gli indicatori necessari a verificare gli effetti delle politiche di sviluppo sostenibile e per il benessere dei territori. I Comuni possono attingere a oltre 80 indicatori che consentono di osservare (in modo omogeneo tra tutti i Comuni) come evolve lo sviluppo equo e sostenibile del loro territorio. Già la semplice considerazione di questi indicatori permette di fornire ai decisori politici una misura territoriale di importanti dimensioni di benessere come relazioni sociali, benessere economico, lavoro, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, qualità dei servizi. Dimensioni condizionano le policy comunali e su cui le stesse agiscono. Alcuni Comuni come Roma, Bologna e Parma hanno già cominciato a inserire nel DUP tali indicatori, altri li inseriranno nella nota di aggiornamento allo stesso”.
La sperimentazione, inoltre ha permesso di definire dei modelli (matrici della programmazione strategica) che evidenziano le connessioni logiche tra la sezione strategica del Documento Unico di Programmazione (DUP) e gli outcome di benessere che il Comune si prefigge, collegando così le risorse a bilancio con gli indicatori di benessere equo e sostenibile . Tali strumenti sono stati già inseriti dal Comune di Parma, altri Comuni stanno implementando l’inserimento degli stessi nella nota di aggiornamento.
Nel Documento Unico di Programmazione del Comune di Parma l’indirizzo strategico Città del Futuro, che persegue gli obiettivi di definire il volto futuro della città di Parma, è declinato utilizzando gli indici BES. All’interno del DUP Comunale è presente la matrice degli USI che mostra come le risorse utilizzate dal Comune di Parma per realizzare questo obiettivo strategico siano utilizzate per implementare le dimensioni di benessere che riguardano l’ambiente, la salute e la qualità dei servizi. Evidenziare i collegamenti tra programmi di bilancio ed effetti desiderati e prodotti sul benessere del territorio, permetta di monitorare i risultati e facilita il confronto con gli stakeholder.
“Ci troviamo di fronte a grandi cambiamenti, di portata mondiale (come quelli climatici, i grandi flussi migratori, lo sviluppo prepotente delle tecnologie che mette in discussione il mercato del lavoro ecc..) che toccano in modo forte il nostro Paese e le nostre città”. Così Angelo Rughetti, Responsabile per la Fondazione IFEL dell’Osservatorio per gli investimenti comunali, a margine dell’iniziativa che ha visto la presenza tra i relatori di Enrico Giovannini, Portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVIS) e del Presidente del CNEL Tiziano Treu. “Per affrontare questi fenomeni sono in corso processi socio-economici che, pur avendo origini differenti, stanno convergendo verso un’intersezione sempre più evidente: da una parte le imprese con progetti e iniziative di social responsability e open innovation; dall’altra il sistema delle istituzioni che adotta politiche ad hoc, riferendosi ad un framework ormai consolidato che è quello dei 17 goals degli SDG’s dell’ONU. Framework anticipato, nel nostro paese, con la definizione degli indicatori del BES: Benessere Equo e Sostenibile”.
In questa ottica, le comunità locali possono avere un peso importante nell’affrontare le soluzioni di questi grandi problemi e, tra i diversi attori, le amministrazioni comunali possono giocare un ruolo di regia per convogliare energie e risorse verso questi processi di cambiamento. In questa direzione l’Anci ha promosso e sostenuto diverse iniziative dalla Carta di Bologna per l’Ambiente al recente Manifesto dei giovani amministratori per un’Italia Sostenibile. Ifel sta sperimentando azioni che aggregano gli attori di una comunità – istituzioni, imprese, sindacati, volontariato, associazioni tematiche e di filiera, Università, ecc. – intorno ad un Patto Generativo di Comunità. Si tratta di tenere insieme iniziative, azioni e progetti concreti che declinano, a livello territoriale, i 17 goal individuati dall’ONU quali driver per uno sviluppo equo, etico e sostenibile. Le azioni che ogni attore di comunità realizza, in genere autonomamente, vengono qui legate da un filo rosso. C’è un secondo passaggio necessario: la trasformazione di questi obiettivi in progettualità strategica, attraverso l’assegnazione di risorse e la verifica delle evidenze degli effetti prodotti.
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