Vite spezzate, tre
L’incidente di Roma dove sono morte le due ragazzine ha scosso tutti. E’ stato amplificato dalla coincidenza delle feste di Natale. Festa appunto, che per alcuni purtroppo è diventata tragedia. Conosco molto bene il punto dove è successo; mia madre abita non lontano e io quella strada la percorro mille e mille volte. E’ una pista, questo è vero; c’è sempre il pirla che ha fretta, quello che pigia sull’acceleratore come fosse allo start di una corsa di Formula ed è per questo che i semafori sono funzionanti h24.
Ma questo a Roma accade in molti luoghi: sui lungotevere, sui grandi viali, complice la notte a volte si assiste a vere e proprie gare. Il ragazzo correva? forse, lo stabiliranno le autorità; era drogato? pare di sì; come la maggior parte dei suoi coetanei, la droga è normale come il caffè. Un fiume di cocaina scorre in città e non lo dico io, lo dicono i fatti, lo dicono gli osservatori che ogni tanto ci sciorinano dati su dati.
Aveva bevuto? pare di sì, come fanno quasi tutti i giovani della sua età. Mi ripeto ma è così. Magari due birrette con gli amici. Un assassino? non lo credo, un ragazzo incosciente come molti che ha avuto la sorte di passare di lì quella sera. Le due ragazzine, belle e allegre, come ci raccontano le foto, hanno deciso quella sera di sfidare la sorte. Perché i giovani spesso lo fanno, perché in alcuni, anzi molti casi crescono con genitori che parcheggiano in doppia fila, che attraversano con i figli dove capita, che passano con il rosso, che non rispettano nulla. Che non temono nemmeno la paura. Forse è stato questo il caso, chi lo sa. Per vedere esempi come quelli che ho raccontato basta andare all’uscita di una qualsiasi scuola, magari un po’ cool, piene di Suv in tripla fila e parenti frettolosi. Non so se questo è il caso ma molti dei nostri giovani non rispettano le regole perché nessuno le ha loro insegnate.
Adesso ci sono fiori e bigliettini e telecamere di Tv da buco della serratura, in agguato a spiare una lacrima, un ricordo. Ma poi anche questa curiosità morbosa svanirà, sopraffatta dalla realtà crudele di altri fatti atroci. Restano solo tre famiglie distrutte, due ragazze che non realizzeranno più i loro sogni, che non daranno mai il primo bacio, che non scriveranno mai più messaggi pieni di cuoricini. E un giovane vivo che porterà per tutta la vita dentro di sé, in ogni momento bello o brutto, il dramma di quella notte così crudele.
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