Cronache dai Palazzi

La Manovra economica 2020 che ha ricevuto il via libera definitivo da parte della Camera dopo la fiducia – con 312 voti a favore, 153 i contrari e due astenuti – è una manovra da 32 miliardi di euro. Serviranno però ben oltre 70 decreti attuativi per rendere operativa la Legge di Bilancio appena approvata.

Tra le novità vi sono le cosiddette “tasse etiche”: plastic tax e sugar tax. La prima – 45 centesimi al chilo (nella versione iniziale della manovra era 1 euro) – entrerà in vigore dal prossimo primo luglio ed è indirizzata a tutti gli involucri e imballaggi di plastica, incluso il tetrapack. Sono esclusi i prodotti in plastica riciclata o composti da più materiali con una componente in plastica inferiore al 40 per cento e i prodotti sanitari come le siringhe. Grazie alla plastic tax dovrebbero entrare nelle casse dell’erario circa 140 milioni nel 2020 e, secondo la relazione tecnica alla legge di Bilancio, sono attesi circa 521 milioni nel 2021 che dovrebbero scendere a quota 462 milioni nel 2022 e 395 milioni nel 2023.

Dopo le proteste dei produttori di succhi e drink analcolici il governo ha deciso di rivedere anche la sugar tax sulle bevande zuccherate (0,10 euro al litro sui succhi e i soft drink e 0,25 euro al chilo) che scatterà da ottobre 2020. Inizialmente erano previste entrate per 233 milioni di euro ma, a causa dello slittamento ad ottobre, nel 2020 saranno garantite allo Stato entrate per circa 58 milioni. Mancheranno quindi all’appello circa 175 milioni che dovrebbero essere recuperati in parte con la stangata sui giochi. Nei prossimi mesi il prelievo sulle vincite oltre i 500 euro salirà al 20 per cento, comprese le lotterie istantanee come i Gratta e Vinci, e sulle vincite sopra i 200 euro per le slot.

Tra le nuove tasse c’è anche la web tax, la tassa destinata ai giganti del web che sarà operativa da gennaio. Si tratta di un prelievo del 3 per cento sui ricavi di società di servizi digitali che hanno registrato complessivamente introiti (ovunque realizzati) superiori ai 750 milioni di euro, e i cui ricavi non siano inferiori a 5,5 milioni di euro. La web tax dovrebbe assicurare un gettito di circa 708 milioni di euro. La norma introdotta già due anni fa non era stata però mai attuata in attesa di un decreto attuativo del ministero dell’Economia.

Per quanto riguarda le auto aziendali nel testo finale della manovra nel 2020 le tasse maggiorate su tali auto scatteranno da luglio ma solo per i nuovi contratti. L’obiettivo è garantire un ricambio del parco auto con più auto ecologiche. Le auto che garantiscono meno gas serra (elettriche e ibride) avranno sul reddito un impatto pari al 25% (meno dell’attuale percentuale). I modelli più inquinanti, invece, avranno un peso fino al 60 per cento sul reddito imponibile, registrando quindi un incremento rispetto all’attuale 30 per cento.

Per l’edilizia scolastica la manovra istituisce il Fondo “Asili nido e Scuole dell’Infanzia” stanziando 100 milioni di euro ogni anno dal 2021 al 2023 e di 200 milioni di euro per gli anni dal 2024 al 2034. Tali risorse dovranno essere impiegate per opere di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei Comuni per realizzare asili nido e scuole dell’infanzia, con “priorità” nelle aree svantaggiate e nelle periferie urbane. Dal 2020 al 2024 è prevista l’assegnazione fino ad un massimo di 500 milioni di euro all’anno ai Comuni per mettere in sicurezza gli edifici scolastici e per eliminare le barriere architettoniche. Il Ministero degli Interni definirà tali contributi con un decreto entro il 31 gennaio 2020, in base alla popolazione residente in ogni Comune al primo gennaio 2018.

Per quanto riguarda il mondo dell’istruzione, la manovra economica prevede dal 2020 un aumento di un milione di euro per il Fondo di finanziamento ordinario per promuovere nelle università l’inserimento di corsi sugli studi di genere. L’Agenzia nazionale per la ricerca (Anr), invece, verrà istituita con un fondo dedicato per potenziare la ricerca nelle università, negli enti e negli istituti di ricerca pubblici e privati: 25 milioni di euro per il 2020, 200 milioni per il 2021 e 300 milioni annui dal 2022.

Tra i punti più controversi vi è l’aumento dell’Iva. Il temuto aumento dell’imposta sul valore aggiunto al 25 per cento – che sarebbe scattato senza coperture finanziarie come effetto delle “clausole di salvaguardia” concordate con l’Unione europea – è stato evitato. Dovranno comunque pervenire nuove entrate come quelle previste con la “tassa sulla fortuna” su giochi e lotterie e con una oculata spending review. Il mancato aumento dell’Iva è costato alle casse dello Stato ben 23 miliardi di euro sui 32 miliardi complessivi impostati dalla Manovra. L’operazione però è limitata al 2020 in quanto negli anni successivi il governo si troverà a dover fronteggiare nuovamente la necessità di evitare gli aumenti di Iva e accise. Per scongiurare tali aumenti serviranno risorse pari a 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022, sono le cifre che compaiono nella relazione tecnica aggiornata del maxiemendamento. La nuova clausola di salvaguardia prevede aumenti dell’Iva per 18,9 miliardi nel 2021 e 25,4 miliardi l’anno successivo. Le accise dovrebbero invece registrare un aumento pari a 1,2 miliardi nel 2021 e 1,6 miliardi nel 2022.

Oltre alla “sterilizzazione” dell’Iva, la Manovra 2020 prevede anche la lotta all’evasione e incentivi per i pagamenti elettronici, il cosiddetto “Bonus Befana” che però scatterà dal 2021 e per cui è previsto uno stanziamento di tre miliardi di euro per gli anni 2021 e 2022. Per quanto riguarda le spese sanitarie è stata confermata la detrazione al 19 per cento per tutti senza limiti di reddito. In un primo momento i redditi più alti (oltre i 100 mila euro) erano stati privati dei bonus fiscali, tranne che per le spese sanitarie dovute a patologie gravi. L’emendamento è stato poi annullato.

Per il taglio del cuneo fiscale sono stati stanziati 3 miliardi per il 2020 e 5 per il 2021. Da luglio 2020 i lavoratori al di sotto di un certo reddito potranno beneficiare di circa 50 euro in più in busta paga. Il bonus è riservato ai lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 35 mila euro annui.

La manovra istituisce inoltre il “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia” per sostenere e valorizzare i nuclei familiari e che diventerà pienamente operativo dal 2021 con una dotazione pari a 1.044 milioni (1.244 milioni dal 2022).

Per il 2020 sono stati stanziati circa 600 milioni per sostenere le politiche della famiglia. Risorse che si aggiungono ai diversi bonus esistenti (del valore complessivo di circa 1,3 miliardi) e che vengono confermati con qualche cambiamento. Per quanto riguarda il bonus bebé, destinato ad ogni nuovo nato o adottato, viene rinnovato per la durata di un anno e sarà destinato a tutti, mentre finora spettava ai nuclei con Isee al di sotto di 25.000 euro. Il bonus bebé verrà comunque modulato su tre fasce di reddito: 160 euro al mese per le famiglie con reddito Isee entro i 7mila euro; 120 euro al mese per chi è nella fascia fino ai 40 mila euro, e 80 euro per redditi al di sopra dei 40 mila euro.

La misura “asili gratis”, che ha assunto una certa risonanza mediatica, nella pratica significa che da gennaio il vecchio bonus asilo nido verrà potenziato e rimodulato in base alle diverse soglie del reddito Isee. Per i nuclei fino a 25 mila euro l’attuale bonus di 1.500 euro dal prossimo anno raddoppia a 3.000 euro, e per i redditi tra i 25 mila e i 40 mila euro salirà da 1.500 a 2.500 euro.

Tale incremento, secondo il governo, dovrebbe garantire “la sostanziale gratuità degli asili nido per la grande maggioranza delle famiglie italiane”.Tra le novità vi è anche il bonus di 400 euro per l’acquisto di latte artificiale, destinato alle mamme che a causa di patologie gravi non possono allattare al seno. Confermato inoltre per il 2020 anche il bonus “mamma domani”, 800 euro senza limiti di reddito.

La legge di Bilancio ha istituito, inoltre, un “Fondo per la disabilità  e la non autosufficienza” con una dotazione di appena 29 milioni di euro per il 2020, che dovrebbero però salire a 200 milioni nel 2021 e a 300 milioni annui dal 2022. Previsti inoltre 12,5 milioni di euro per le scuole dell’infanzia paritarie che accolgono alunni disabili e 1.000 posti in più sull’organico di diritto per gli insegnanti di sostegno.

Per quanto riguarda l’emergenza lavoro, infine, si prevedono sgravi contributivi per chi assume giovani apprendisti. Le piccole e medie imprese che stipuleranno un contratto di apprendistato nel 2020 potranno beneficiare dell’esenzione totale dei contributi previdenziali per tre anni.

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