UE, shopping online sicuro
Lo shopping online nella UE è in forte aumento grazie all’applicazione del mercato unico digitale che ha reso la vita dei consumatori online è più facile e più sicura. Ora è possibile fare acquisti di beni e servizi in ogni parte dell’UE senza dover sottostare più al perverso meccanismo del “geoblocking” che obbligava gli acquirenti a usare la versione locale del loro negozio, proponendo prezzi e prodotti diversi a seconda del mercato locale. Con il regolamento votato dal Parlamento europeo entrato in vigore in tutta l’UE il 3 dicembre 2018 è il consumatore a decidere su quale store operare.
Nell’ambito del progetto “New Deal per i consumatori” inserito nella revisione delle quattro direttive europee, il 17 aprile 2019 il Parlamento europeo ha approvato nuove norme che migliorano la trasparenza dei mercati online e contrastano il doppio standard qualitativo dei prodotti (con confezionamenti simili si vendono due prodotti nettamente diversi ingannando il consumatore), sanando le differenze esistenti tra i diversi stati membri andando a colmare la mancanza di una legge europea nel merito. L’aggiornamento mira a rafforzare la protezione dei consumatori con l’introduzione di indennizzi collettivi e l’imposizione di sanzioni più dissuasive per le imprese che adottano comportamenti sleali. Quando comprano da un negozio online i consumatori devono essere informati in modo trasparente se il venditore è un commerciante o un altro consumatore. In questo modo è chiaro fin dall’inizio a chi è in capo la responsabilità e quali sono le leggi che devono essere applicate. Ora viene assicurata la trasparenza dei risultati ottenuti tramite le ricerche online, se l’ordine con cui vengono mostrati i prodotti è dovuto a una campagna a pagamento. Sono stati anche ampliati i diritti dei consumatori che utilizzano servizi digitali “gratuiti”, come quei contratti per cui non è richiesto il pagamento di un corrispettivo in denaro, ma che permettono agli esercenti di usare i dati personali dei consumatori. Questi ultimi potranno cancellare i contratti basati sull’uso dei dati personali avvalendosi dello stesso diritto di chi sottoscrive un contratto online per i servizi digitali a pagamento, ossia quello di recedere dal contratto stesso entro 14 giorni dalla sottoscrizione.
Si è reso possibile l’avvio di una class action anche tramite un’azione transfrontaliera nel caso in cui si decidesse di organizzare un’unica rappresentanza per conto dei consumatori dei diversi paesi europei. Si è stabilito il diritto di richiedere un indennizzo monetario o di terminare un contratto in caso di pratiche commerciali sleali, come azioni di marketing disoneste o aggressive, rendendo la norma univoca per tutti gli stati membri. I commercianti devono evidenziare in maniera chiara i costi aggiuntivi per servizi in più come la consegna rapida o l’assicurazione viaggi, che possono essere aggiunti al totale solo se attivamente selezionati dal consumatore. Non ci deve essere alcuna maggiorazione di prezzo se si utilizza una carta di credito o bancomat.
Oltre la garanzia legale di due anni esiste il diritto di recesso o cancellazione entro 14 giorni per restituire un ordine fatto online per qualsiasi ragione e ottenere il rimborso, a parte alcune eccezioni come nel caso dell’acquisto di biglietti aerei e ferroviari, biglietti per i concerti o prenotazioni negli alberghi. La UE si è ora impegnata sul fronte dei costi di spedizione, che in alcuni casi risultano superiori al costo stesso del prodotto acquistato. Gli alti costi per le spedizioni transfrontaliere (cioè in un altro paese dell’UE) sono un ostacolo sia per chi vorrebbe fare acquisti sia per chi vende online; spedire un pacco di due chili dai Paesi Bassi all’Italia costa €13, ma spedire lo stesso pacco dal Belgio all’Italia, quindi con distanze e condizioni simili, costa ben €32.8. Questa differenza crea insicurezza nel consumatore e nuocendo alla concorrenza influisce sulle abitudini di shopping online dei cittadini europei.
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