La giocata di Putin
Wladimir Putin è davvero un giocatore abile e lungimirante. Sono quasi 20 anni che governa e controlla la Russia, ma non gli basta. Ha 67 anni e intende mantenere il potere, in una forma o in un’altra, ben oltre il 2024, quando scadrà il suo secondo mandato consecutivo di Presidente. La Costituzione gli impedisce un terzo mandato. In passato, in una situazione analoga, dopo due mandati consecutivi, aggirò l’ostacolo facendosi nominare Primo Ministro dal fedelissimo Medvedev, che egli aveva portato alla Presidenza e nessuno, né in Russia né fuori, aveva dubbi su chi esercitasse realmente il potere.
Per superare questa volta l’ostacolo, Putin avrebbe potuto proporre una modifica costituzionale che permettesse un terzo e magari un quarto mandato, come fanno alcuni caudillos sudamericani afferrati al potere a vita. Sarebbe stata però un proposta non bene accolta da opposizione e opinione pubblica. Questa apprezza Putin e lo vota, grata della stabilità che ha garantito e del prestigio recuperato, ma magari reagirebbe male davanti a una scoperta autoperpetuazione al Kremlino. Così ha scelto una strada molto più sottile: confermando il limite dei due mandati complessivi – e spostando il centro del potere nel futuro Primo Ministro – indebolisce il suo eventuale successore. Inoltre, stabilendo che la designazione di quest’ultimo spetti in futuro al Parlamento, evita un possibile conflitto con un suo successore meno devoto e incondizionale di Medvedev. Insomma, con quattro anni di anticipo, prepara le condizioni per garantirsi la permanenza indefinita al centro del potere (i Primi Ministri non hanno limite di mandato).
Non male come giocata! In tutto questo, l’elemento meno chiaro è perché, contemporaneamente all’annuncio della riforma, Putin abbia dimesso il Primo Ministro Medvedev e l’intero governo. Si può pensare forse che abbia voluto mettere da parte Medvedev come erede naturale? Può darsi.
Comunque, con la solita consumata abilità, ha creato una novità politica che ancora una volta concentra su di lui le attenzioni e le aspettative, in Russia e all’estero.
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