Semestre EU, Presidenza alla Croazia
Il Consiglio dell’Unione Europea è l’istituzione comunitaria che riunisce, a seconda dei differenti settori, i ministri competenti dei 28 governi nazionali dell’Unione. Il Consiglio condivide con il Parlamento la funzione legislativa, e si occupa delle materie gestite a livello intergovernativo, come la politica estera e di sicurezza comune. La Presidenza viene assegnata a turno a tutti gli Stati membri, ciascuno per un periodo di sei mesi, da gennaio a giugno e da luglio a dicembre. Gli Stati membri che detengono la presidenza operano in stretta collaborazione in gruppi di tre. Il “trio” fissa gli obiettivi a lungo termine e stabilisce un programma comune per un periodo di diciotto mesi, sulla base del quale ognuno dei tre paesi porta avanti il proprio programma semestrale. Lo Stato membro che detiene la Presidenza di turno presiede a tutte le riunioni che si svolgono nell’ambito del Consiglio. L’attuale trio è composto dalle presidenze rumena, finlandese e croata. La presidenza a rotazione è stata introdotta per coordinare con il Parlamento l’agenda dei lavori legislativi e garantire il funzionamento continuo del Consiglio. Il sistema che regola il funzionamento della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea è stato introdotto nel 2009 dal Trattato di Lisbona. Se è vero che per i tempi lunghissimi delle decisioni europee sei mesi sono appena sufficienti per inserire gli obiettivi nell’agenda programmatica della UE, la presidenza è diventata, per i governi che la ricoprono, l’occasione per mostrare le proprie capacità organizzative e diplomatiche nella costruzione del consenso, guadagnandone in immagine.
“Un’Europa forte in un mondo pieno di sfide” è il motto scelto dalla Croazia per il semestre europeo che guiderà a partire dal 1 gennaio 2020. Gli 880 funzionari scelti per supportare le attività della Presidenza Croata aiuteranno Zagabria a raggiungere le quattro priorità individuate per il tempo della Presidenza. La compagine croata vuole lavorare per un’Europa che si sviluppa in modo “equilibrato e sostenibile”; un’Europa connessa, con particolare attenzione all’ “economia in rete”; il terzo punto è un’Europa che protegge, “un’Unione e cittadini più sicuri”; ultimo obiettivo è sviluppare un’Europa che abbia influenza, “leader globale e partner forte per i Paesi vicini”. Da notare come il capitolo sicurezza visto nei dettagli comprenda anche l’immigrazione, una zona grigia che ha visto la Croazia agire più nel senso dei respingimenti che sul lato degli obiettivi di massima esposti.
Gli ostacoli sulla strada della prima presidenza croata della storia europea non sono pochi, a iniziare dai contenziosi con la Slovenia sui confini marittimi (baia del Pirano), ai niet all’apertura dei paesi balcanici nella UE, anche se ora Zagabria si mostra disponibile. Ancora da risolvere anche i dossier sulll’entrata della Croazia nella Eurozona e nell’area Schengen, senza sottovalutare la gestione della brexit
In sede di insediamento il Primo ministro Croazia Andrej Plenković ha dichiarato: “La presidenza è un momento importante per la Croazia, che completa il nostro ciclo storico dall’indipendenza all’affermazione in Europa e nel mondo. Ci sentiamo onorati e abbiamo un senso di grande responsabilità di poter lavorare a beneficio di tutti i cittadini dell’Unione nei prossimi sei mesi, promuovendo e presentando le nostre specificità e priorità. Intendiamo costruire intesa e cooperazione tra gli Stati Membri dell’Unione Europea in uno spirito di consenso e di rispetto reciproco”.
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