Harry e Meghan

Nel mondo sta accadendo di tutto: crisi in Iran, caos in Libia, Brexit in dirittura di arrivo, accordo USA-Cina, impeachment e mille altre cose capaci di avere conseguenze dirette e rilevanti sul nostro futuro. Ma da settimane, stampa popolare e opinione pubblica, in Gran Bretagna ma anche altrove, si appassionano alle vicende del Principe Harry e di sua moglie di colore, Meghan. Ricevo anche ansiose questioni di amici e amiche che chiedono la mia opinione.

Personalmente, non riesco ad appassionarmi a una vicenda privata, senza la minima rilevanza politica o costituzionale. Ma sì, cerco di spiegare a me stesso, le  vicende dei royals, come quelle dei personaggi dello spettacolo o dello sport, rappresentano una scappatoia per tanta gente, che la distrae da notizie e preoccupazioni serie e inquietanti, sono una specie di droga collettiva per chi rifugge dai problemi che ci sforna quotidianamente l’attualità. In più, c’è il  bisogno basico di identificarsi con un mondo scintillante e favoloso, che la stragrande maggioranza delle persone non vivrà mai. E allo stesso tempo, di sentire questi personaggi un poco al nostro livello, affetti da problemi che li umanizzano.

Queste sono le chiavi del successo per tanto tempo della stampa popolare, che ha quasi ovunque una incredibile diffusione. Pur accettando queste spiegazioni psico-sociologiche, le vicende di Harry e Meghan, di  due persone privilegiate e viziate, sono davvero il nulla.

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