“Dentro”, la vita secondo Bonvissuto

Sandro Bonvissuto è uno scrittore romano, con una laurea in Lettere e filosofia in tasca, diviso tra la letteratura e il lavoro da cameriere in una osteria di Roma nord. Lo scorso 4 febbraio è uscito, sempre per Einaudi, La gioia fa parecchio rumore, il suo nuovo libro in cui racconta la vita, stavolta utilizzando la metafora del calcio.

Oggi però, l’attenzione va sul libro che l’ha lanciato nel mondo della scrittura e per il quale ha ricevuto, nel 2013, il Premio Chiara. Già dal titolo, Dentro, si intuisce che il viaggio sarà introspettivo, profondo, di sicura riflessione. Bonvissuto, con la sua scrittura sintetica, chiara, ma al contempo graffiante e sfacciata, sceglie infatti di affrontare il tema delicato del carcere, poi quello dell’amicizia ed infine quello della paternità. E lo fa strutturando tre racconti. Nel primo, parlando di carcere sceglie di non usare la cifra giornalistica, bensì il linguaggio dell’anima cogliendo ed evidenziando le reazioni più intime di coloro che stanno dentro, ma anche e soprattutto, fuori dal carcere. Il carcere è un muro che piega la persona, che distorce la realtà, che sfuma e a volte annulla per sempre le relazioni interpersonali.

Nel secondo racconto, il palcoscenico di narrazione è una classe in cui si assiste alla nascita dell’amicizia tra due adolescenti che nel tempo si trasforma in un vero e proprio sodalizio. Con lo scorrere delle pagine si arriva a “palpare” la forte intimità tra i due che resisterà nonostante la ritrosia delle madri e una bocciatura, semplici incidenti di percorso, incapaci di scalfire il rapporto tra i due protagonisti.

Come in un cammino a ritroso, dopo l’adulto in carcere, l’adolescente a scuola, Bonvissuto ci riporta all’infanzia. A quando abbiamo imparato ad andare in bicicletta. Momento magico dell’esser bambini che, come un rito propiziatorio, trasporta dalla spensieratezza infantile verso il cammino della consapevolezza di sé.

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