Grazie a Dio (Film, 2019)

Il cinema francese dei culturalmente modesti anni Duemila è un passo avanti rispetto a molte cinematografie europee, ma François Ozon – regista apertamente omosessuale – è un caso a parte anche per il suo paese, perché non gira commedie sofisticate (come la maggior parte dei colleghi) ma storie drammatiche legate ai problemi della sessualità. Se vogliamo trovare un corrispondente europeo, anche per lo stile secco e asciutto,  dobbiamo andare a Rainer Werner Fassbinder, autore che affronta tematiche e situazioni molto simili.

E’ un film importante e coraggioso questo Grazie a Dio che ricostruisce la storia di un prete pedofilo che nella parrocchia di Lione ha molestato indisturbato molti ragazzini affidati alle sue cure come scout e catechisti. I fatti sono ispirati a una triste vicenda accaduta nella Francia degli anni Ottanta e Novanta, sceneggiati da Ozon con cura e delicatezza, sfumando le situazioni più fastidiose, senza scendere mai nei particolari. La tecnica usata è quella del racconto in presa diretta, quasi fosse una docufiction, con alcuni ragazzini diventati adulti che decidono di denunciare l’accaduto per proteggere le giovani generazioni e per spingere le gerarchie ecclesiastiche a non coprire oltre un prete pericoloso.

Grazie a Dio è cinema puro, comunque, impaginato con frequenti flashback del passato che si alternano a sequenze teatrali girate in interni, panoramiche cittadine e lunghe riprese in soggettiva. Alcuni spunti sono molto evocativi: la parte iniziale con un sacerdote che si affaccia sulla città dal balcone del duomo e la sequenza finale con il figlio che chiede al padre se ancora creda in Dio. La domanda finale resta senza risposta e durante i titoli di coda il pubblico può meditare quanto male faccia alla chiesa la presenza di troppe mele marce in odor di pedofilia. Intenso e coinvolgente. Da non perdere, se amate il cinema sociale, quello fatto bene, che non rinuncia al lato spettacolare e artistico. Grazie a Dio si aggiudica l’Orso d’Argento al Festival di Berlino e il Gran Premio della Giuria. In Italia è da poco in distribuzione, lo vedremo nei circuiti Fice e nelle sale d’essai, forse in qualche multisala che riserva uno spazio al cinema di qualità. Noi l’abbiamo visto grazie al Piccolo Cineclub di Follonica.

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Regia: François Ozon. Soeggtto e Sceneggiatura: François Ozon (basato su una storia vera). Fotografia: Manuel Dacosse. Montaggio: Laure Gardette. Musiche: Evgueni Galperine, Sacha Galperine. Paese di Produzione. Francia, Belgio. Interpreti: Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Eric Caravaca,  François Marturet, Bernard Verley, Josiane Balasko, Martine Erhel, Hélène Vincent, François Chattot, Julie Duclos, Frédéric Pierrot, Aurélia Petit, Jeanne Rosa.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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