Flavio Bucci

E’ scomparso ieri a Passoscuro l’attore e produttore cinematografico Flavio Bucci; ne riproponiamo una breve scheda biografica.

Flavio Bucci (Torino, 1947) di padre molisano e madre pugliese, frequenta la scuola del Teatro Stabile di Torino, attore dal multiforme ingegno che abbiamo cominciato ad apprezzare al cinema sotto l’abile guida di Elio Petri, alle prese con due piccoli capolavori come La classe operaia va in paradiso (1971) e La proprietà non è più un furto (1973). Il suo sguardo allucinato e intenso, l’espressione del volto contorta e profonda, lo rendono attore eccellente per interpretare personaggi avulsi dalla realtà e  uomini alle prese con compiti superiori alle proprie forze. Ricordiamo nel cinema di genere ruoli indimenticabili, anche se non da protagonista, con Aldo Lado nel claustrofobico e scellerato L’ultimo treno della notte (1975), con Dario Argento in Suspiria (1977) e con Eriprando Visconti nello psicologico e inquietante La orca (1976).

Il cinema d’autore resta la sua vocazione, perché lavora con Giuliano Montaldo ne L’Agnese va a morire (1976) e Il giorno prima (1987), ma anche con Paolo Sorrentino ne Il divo (2008). Molti ruoli televisivi, tra tutti il personaggio che meglio caratterizza e che lo porta al successo è Ligabue (1977), artista folle e disperato, personaggio ben narrato da Salvatore Nocita, sotto la cui abile guida reciterà ancora nella nuova versione dei Promessi Sposi (1989). Non si dimentica la sua presenza ne La Piovra (1984) di Damiano Damiani, sceneggiato di culto degli anni Ottanta e come interprete del gaddiano Quer pasticciaccio brutto di via Merulana (1982) di Piero Schivazappa. Ruoli da caratterista nel cinema; ricordiamo in ordine sparso film interessanti come Gegè Bellavita (1978) di Pasquale Festa Campanile, Il Marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli (indimenticabile l’orazione sul patibolo), Sogno di una notte d’estate (1983) di Gabriele Salvatores, Tex e il signore degli abissi (1985) di Duccio Tessari, Anni Novanta (1992) di Enrico Oldoini, Lucignolo (1999) di Massimo Ceccherini, Caterina va in città (2003) di Paolo Virzì. In tempi recenti è interprete de La grande rabbia (2016) di Claudio Fragasso, ultimo lavoro per il cinema.

Flavio Bucci alterna da sempre cinema e televisione con la professione di doppiatore, al punto di essere diventato una delle voci più riconoscibili del cinema italiano. In tale campo ha doppiato John Travolta ne La febbre del sabato sera e in Grease, Sylvester Stallone ne La banda dei fiori di pesco e a Gerard Depardieu ne L’ultima donna. Molte produzioni teatrali, da lui scritte e interpretate, anche in tempi recenti; non ultimo un recital dedicato alla poesia di Giacomo Leopardi.

Produttore di film importanti, tra questi il primo lungometraggio di Nanni Moretti (Ecce Bombo, 1978). Ripercorrere la sua filmografia cinematografica e televisiva, anche solo in sintesi, significa fare un rapido compendio della settima arte, così come si è sviluppata in Italia dagli anni Settanta a oggi.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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