Parasite (Film, 2019)

Parasite vince la Palma d’oro al Festival di Cannes, si aggiudica quattro Oscar (prima pellicola non in lingua inglese a guadagnare l’ambita statuetta per il miglior film), consacra Bong Joon-ho miglior regista della stagione, produce l’effetto di rendere il film degno del fine settimana – invece della proiezione Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) – e rimette in circolazione il mai visto Memorie di un assassino (2004), piccolo capolavoro, sul mercato italiano.

Inutile provare a raccontare la trama, la sceneggiatura è così complessa e ben congegnata, un vero meccanismo a orologeria, che finiremmo per svelare troppo, togliendo il gusto di vedere il film. Basti dire che il regista riesce a parlare di lotta di classe e di complessi rapporti familiari in uno spettacolare contenitore di generi che passa dal noir alla commedia, senza dimenticare thriller, grottesco e splatter. Bong Joon-ho deride il ridicolo comunismo della Corea del Nord senza dimenticare di criticare ferocemente il capitalismo del Sud che produce generazioni di senza tetto e disperati in cerca di soluzioni per inventare il futuro.

Un regista straordinario che usa la macchina da presa con movimenti mai scontati e banali, passando dal piano sequenza al ralenti, inserendo dissolvenze studiate e poetiche parti oniriche, soprattutto padroneggia i generi e l’impaginazione del racconto. Il film è caratterizzato da un crescendo continuo di suspense, come se fosse un thriller psicologico, sconcerta lo spettatore che non si attende un finale eccessivo, al termine di una sceneggiatura spiazzante.

Interpreti molto bravi, diretti da un vero maestro capace di governare soluzioni da cinema di genere con intuizioni da pellicola d’autore, senza pregiudizi nostrani, soprattutto con un totale rispetto del pubblico. Parasite, come dice il mio amico Fabio Canessa, “è un’opera formidabile che cercheremmo invano nel cinema occidentale odierno”. Meno che mai in quello italiano, aggiungo. E mi piacerebbe tanto essere smentito. Imperdibile.

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Regia: Bong Joon-ho. Soggetto: Bong Joon-ho. Sceneggiatura: Bong Joon-ho, Han Ji-won. Titolo originale: Gisaengchung. Durata: 132’. Paese di Produzione: Corea del Sud. Casa di Produzione: Barunsun E&A. Produttore Esecutivo: Miky Lee. Fotografia: Hong Kyung-pyo. Montaggio: Yang Jin-mo. Musiche: Jung Jae-il. Costumi: Choi Se-yeon. Scenografia: Lee Ha-jun. Interpreti: Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-shik, Park So-dam, Lee Jung-eun, Park Nyeong-hoon, Chang Hyae-jin, jung Ziso, Jung Hyeon-jun, Park Seo-joon.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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