Cronache dai Palazzi

Per il premier Conte “non è certo questo il momento per le riforme istituzionali”, bensì “questo è il momento di una cura del cavallo per rilanciare l’economia, cosa a cui stiamo lavorando ogni giorno”, assicura il presidente del Consiglio che di fronte alle polemiche renziane sottolinea: “Io vado dritto per la mia strada, stiamo governando e stiamo facendo le cose che chiede anche Italia Viva, a cominciare dallo sblocco degli investimenti, ma di sicuro nessuno nella maggioranza ha intenzione di accettare ricatti”.

Renzi a sua volta controbatte di fronte alle telecamere di Porta a Porta, affermando: “Se il premier Conte vuole fare la cura da cavallo all’economia inizi ad abolire il Reddito di cittadinanza, che è un fallimento, visto che solo l’1,7 per cento di chi lo percepisce ha trovato lavoro, e metta i soldi per il taglio delle tasse alle aziende”. Per far ripartire l’economia Renzi  auspica inoltre l’apertura dei cento cantieri con alla guida altrettanti commissari per rendere più snelle le diverse procedure burocratiche. Nel contempo, il leader di Italia Viva prefigura uno scenario politico possibile: “Noi facciamo la mozione di sfiducia individuale a Bonafede, cade giù il governo e siccome fino al 2021 non si può andare alle elezioni, si fa un esecutivo istituzionale” per le riforme.

Nello studio di Bruno Vespa Renzi si dimostra piuttosto tattico e si rivolge in sostanza un po’a tutti: “Siccome non si può andare avanti impantanati nella palude, faccio un appello a tutte le forze politiche. A Zingaretti, a Di Maio, a Crimi, a Conte, a Berlusconi, Meloni e Salvini. Mettiamoci d’accordo per eleggere il sindaco d’Italia”, ha esordito Renzi mettendo di fatto da parte la bozza di riforma elettorale proporzionale, sulla quale la maggioranza sta lavorando, e aprendo la strada al doppio turno.

Matteo Renzi si è dichiarato pronto a sfiduciare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede entro Pasqua se non verrà cancellata la riforma sulla prescrizione. “Penso proprio che andrà così, anche se voglio essere ottimista e confido nel buon senso”, ha affermato il leader di Italia viva specificando di aver “riproposto la riforma Orlando” a proposito di prescrizione. “Noi non possiamo cambiare idea e diventare giustizialisti, io non farò mai la sesta stella, non morirò grillino e non capisco perché il Pd insegua il Movimento 5 Stelle”, ha ammonito Renzi.

Palazzo Chigi sembra comunque voler resistere agli attacchi di Renzi: “Sarà linea dura, durissima”, sostiene la maggioranza stanca di avere un alleato che in realtà si comporta come un oppositore. “Non mi faccio dettare l’agenda da un partito che ha il 3% e non ho alcuna intenzione di mediare ancora, se Renzi vuole mettersi in minoranza si accomodi, si vedrà in Aula se c’è bisogno di un buon governo o di ennesima crisi”, sono le parole dure di Conte.

“Basta chiacchiericci e sotterfugi”, sostiene invece Zingaretti ricordando che l’ex segretario Dem “in tre anni è sceso dal 40% al 3%”, nonostante la sua sovraesposizione mediatica. Renzi viene inoltre accusato di voler “stravolgere l’accordo sul sistema elettorale perché sa che non supererebbe lo sbarramento al 5%”.

A proposito di rilancio dell’economia, il premier Conte ha firmato un accordo con la Banca europea degli investimenti – la Bei che ha sede in Lussemburgo – affinché le strutture governative siano sostenute da un idoneo Know how ed expertise per sbloccare la spesa pubblica.

Anche il capogruppo dem a Montecitorio, Graziano Delrio, sottolinea che questo non è il momento di rilanciare eventuali riforme istituzionali, per di più “dopo aver raggiunto una proposta di legge elettorale condivisa da tutta la maggioranza”. Bensì “il Paese ha bisogno di crescita economica e protezione delle famiglie”.

“Il premier dovrà fare in modo che si entri in una fase più fattiva, non siamo più nel momento dei rinvii”, afferma Delrio intervistato dal Corriere. “C’è bisogno che Conte faccia la sintesi dei tavoli di lavoro. Il Pd lealmente e seriamente – specifica Delrio – ha portato delle proposte chiare su scuola, rivoluzione verde, semplificazione, nuova economia, riduzione delle diseguaglianze, crescita demografica”. È quindi il tempo di stilare “una scaletta seria e completa” delle cose da fare che non siano né “promesse” né “sogni”.

È fondamentale nel contempo “un’anima comune” perché “se ognuno prova a vincere da solo, la squadra perde”, ammonisce il capogruppo dem, e a proposito di elezioni Delrio afferma: “Se non abbiamo la forza di fare quel cambiamento che protegga la società italiana, meglio essere seri e consentire che ognuno si misuri con il volere del popolo”.

Conte e Renzi si incontreranno la settimana prossima. È stato il leader di Italia viva a chiedere l’incontro con il presidente del Consiglio per presentare alla maggioranza quattro proposte. Il premier Conte ha risposto positivamente alla richiesta di un colloquio ma ha già preannunciato che subito dopo farà “comunicazioni al Parlamento per preannunciare le misure per il rilancio del Paese”.

“Noi non stiamo nell’esecutivo a ogni costo, perché prima vengono le idee”, ha specificato Matteo Renzi, le idee che, in pratica, ha esposto di fronte alle telecamere di Porta a Porta: abolizione del Reddito di cittadinanza, commissari per sbloccare i cantieri, elezione del sindaco d’Italia, stop alla riforma della prescrizione. Conte e Renzi dovranno necessariamente trovare un accordo altrimenti il leader di Iv si dichiara disposto a lasciare le poltrone della maggioranza per mettersi all’opposizione.

Il momento della verità arriverà comunque quanto prima. Giuseppe Conte presenterà al Parlamento l’Agenda 2023, ossia il programma per i prossime tre anni, esponendo ed esplicando cinque o sei priorità da mettere in atto, facendo in modo che il Parlamento si esprima con una risoluzione di maggioranza, o un eventuale ordine del giorno sul quale magari decidere di apporre la fiducia. Di fatto le eventuali proposte di Italia viva non rientrerebbero nei programmi del governo, la stessa elezione del sindaco d’Italia è stata definita “estemporanea” dal presidente del Consiglio. Nel contempo, pur escludendo un’eventuale crisi di governo a causa dell’allontanamento dalla maggioranza dei renziani, a Palazzo Chigi e nel Pd si fa strada l’idea che primo o poi ciò avvenga, “anche perché ha capito che stare al governo non gli fa guadagnare consensi”, dicono rivolgendosi a Renzi.

Le proposte del leader di Italia viva sembrano “confezionate apposta per mettersi fuori dalla maggioranza”, affermano fonti a Palazzo Chigi, anche perché l’abolizione del Reddito di cittadinanza, tanto voluto dai pentastellati, sembra improbabile; la riforma della prescrizione è un altro bel nodo da sciogliere; il sindaco d’Italia appare una misura “estemporanea”. L’unico punto sul quale Renzi potrebbe ottenere qualcosa è lo sblocco di alcuni cantieri ma anche in questo caso la strada è tutta in salita. Per ora nessuna proposta enunciata da Matteo Renzi è stata mai esplicitata e messa su uno dei tavoli di lavoro predisposti dal governo, mentre i ministri renziani continuano a lavorare nella squadra dell’esecutivo amalgamandosi alle decisioni della maggioranza e segnando, di fatto, uno scollamento con il proprio partito e il proprio leader, ma comunque pronti ad abbandonare la poltrona qualora (ipotesi non accreditata) la frattura si rivelasse insanabile.

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