Cronache dai Palazzi

Sale al 2,5% il deficit previsto per il 2020. La rapida diffusione del Covid-19 è tra le cause più pesanti della crisi economica in corso e il governo ha stanziato 7,5 miliardi (e non più 3,6) per le famiglie e le imprese. In sostanza si tratta di uno scostamento dai vincoli di bilancio giustificato dall’emergenza, “in termini di saldo netto da finanziare”, misure economiche “straordinarie e urgenti” contenute nel nuovo decreto legge economico. Nello specifico, un miliardo sarà impiegato per nuove assunzioni di medici e infermieri, due miliardi e mezzo per gli ammortizzatori sociali. “Nessuno deve perdere il lavoro a causa del Coronavirus”, ha puntualizzato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ribadendo la “piena sostenibilità” per le casse dello Stato, come ha assicurato anche alle istituzioni europee alle quali il governo di Roma ha esposto la necessità di sforare il deficit.

Una “situazione seria” che ha portato l’esecutivo a mettere sul tavolo “un pacchetto di misure” per fronteggiare l’emergenza tanto da portare la stima di deficit per il 2020 dal 2,2% al 2,5% con un’impennata repentina di 0,3 punti. Si tratta comunque di uno scostamento “una tantum”, assicura Palazzo Chigi, che quindi “non dovrebbe essere computato nel bilancio strutturale”. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo alzare le tasse “potrebbe aggravare i rischi al ribasso dell’economia italiana”, ha puntualizzato inoltre Gualtieri.

Unità e fiducia sono le parole chiave del videomessaggio trasmesso dal presidente Sergio Mattarella di fronte all’emergenza dettata dal Coronavirus. “L’Italia sta attraversando un momento impegnativo. Lo sta affrontando doverosamente con piena trasparenza e completezza di informazione nei confronti della pubblica opinione”, ha affermato il capo dello Stato. “Supereremo la condizione di questi giorni. Anche attraverso la necessaria adozione di misure straordinarie per sostenere l’opera dei sanitari”, ha affermato Mattarella.

Nel frattempo l’ultimo bilancio della Protezione civile comunica che in Italia i contagiati sono quasi 4 mila e i morti quasi 200. In aumento però anche il numero dei guariti che superano le 500 unità. L’effetto Coronavirus si rivela ovviamente deleterio per Piazza Affari che ha bruciato 95 miliardi di euro in due settimane.

Il presidente della Repubblica ha comunque invitato tutti i cittadini italiani ad evitare inutili allarmismi, rilevando inoltre che l’Italia ha “un eccellente sistema sanitario”. La rapida e rovinosa diffusione del Covid-19 “provoca preoccupazione. Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità, ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti”, ha ribadito il presidente Mattarella invitando tutti a rispettare le “indicazioni di comportamento quotidiano” che sono state “suggerite da scienziati ed esperti di valore” e diffuse dal governo “cui la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere”.

Nella pratica, l’emergenza potrà essere superata solo se tutti faranno la loro parte, rispettando le indicazioni degli scienziati e del governo. “Il momento che attraversiamo richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione”. Occorre cementare la coesione nazionale superando divisioni e schieramenti. Occorre considerare il Paese nel suo complesso senza parcellizzazioni.

Il governo rappresenta la “cabina di regia” alla quale spettano “le necessarie decisioni in collaborazione con le Regioni, coordinando le varie competenze e responsabilità”, ha sottolineato il capo dello Stato. “Vanno, quindi, evitate iniziative particolari che si discostino dalle indicazioni assunte nella sede di coordinamento”.

Il presidente Mattarella ha esortato tutti i concittadini ad avere “fiducia nell’Italia”. La fiducia viene considerata come un dovere che deve essere sorretto da un forte senso di corresponsabilità sociale, per garantire la più alta copertura delle misure messe in campo dal governo. Nessuno è esonerato, istituzioni, politica, mezzi di informazione e cittadini, tutti devono rispettare nello stesso modo il dovere di corresponsabilità sociale che unisce l’Italia nell’emergenza contro il Coronavirus. Al bando quindi cortocircuiti informativi e varie polemiche anche all’interno della maggioranza, o tra maggioranza e opposizione, perché la lotta contro il Covid- 19 necessita esclusivamente di unità nazionale. La battaglia sul fronte sanitario è appena partita e l’unità e la solidarietà della nazione, tutta intera, è fondamentale per fronteggiare una situazione inedita i cui effetti sul piano economico si apprestano a rivelarsi devastanti.

La chiusura globale di tutte le scuole di ogni ordine e grado sull’intero territorio nazionale è stato un passo non facile, una specie di cartina di tornasole che attesta la realtà dell’emergenza. Una situazione per ora datata al 15 marzo ma che potrebbe prolungarsi per altre settimane dopo quella data. “Al momento il provvedimento è al 15 marzo: in prossimità della scadenza, con un certo anticipo per evitare incertezze, cercheremo di fare un aggiornamento”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte di fronte all’eventualità di prolungare lo stop della didattica almeno fino al 3 aprile.

Per ora si ragiona sul da farsi a fronte di una chiusura “indispensabile”. Gite e viaggi di istruzione sono stati vietati fino ai primi di aprile mentre ci si organizza per offrire la cosiddetta “didattica a distanza” grazie alle nuove tecnologie, che comunque non può ritenersi sostitutiva delle lezioni in classe ma, di certo, aiuterà a superare, in via sperimentale, questo periodo di latitanza e di emergenza. “Abbiamo lavorato da subito a un’accelerazione del programma di didattica a distanza – ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Azzolina -. È una sperimentazione del presente che potrà lasciarci un patrimonio di esperienze importante per il futuro. Ma la scuola è molto altro. La scuola è condivisione, è stare assieme. La scuola in classe è insostituibile. E deve tornare presto”, ha auspicato la ministra.

Il Miur sottolinea che non si tratta di semplice didattica a distanza ma di “una strategia di vicinanza” agli studenti, in pratica un modo per non perdere i contatti, per fare i compiti, attingere materiali, un modo per far sì che l’attività scolastica non subisca un notevole contraccolpo, per lo più già ipotizzato in particolar modo per chi dovrà affrontare gli esami di Stato, terza media e Maturità. Per ora la piattaforma del Miur, dove è possibile prelevare materiali per le lezioni a distanza, ha registrato più di 100 mila contatti e oltre 7 mila insegnanti si sono collegati per fare formazione online. I sindacati, a loro volta, garantiscono “rigore e responsabilità” da parte di insegnanti e personale amministrativo che si apprestano a mettere in atto “modalità flessibili di svolgimento del lavoro”. In particolare per quanto riguarda il corpo docente “staremo in stretto contatto con il ministero per gestire con ordine questa fase”, ha assicurato Maddalena Gissi della Cisl.

Nel decreto che sarà varato la prossima settimana, per il quale il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri auspica un voto ampio e bipartisan, saranno contenute anche delle misure per aiutare le famiglie che devono fronteggiare il problema scuole chiuse. Bonus per baby sitter e congedi parentali straordinari per supportare i genitori che lavorano, tutto all’insegna della “corresponsabilità”, come ha spiegato la ministra della Famiglia Elena Bonetti, anche per tutelare la salute dei nonni e delle persone più deboli.

Dopo il primo decreto del 2 marzo il governo varerà quindi il secondo decreto legge economico per fronteggiare l’emergenza Coronavirus stanziando 7,5 miliardi, prevedendo l’estensione degli ammortizzatori sociali “sull’interno territorio nazionale”, in particolar modo della cassa integrazione in deroga e del fondo di integrazione salariale. Gli indennizzi interesseranno anche i lavoratori autonomi (500 euro al mese), un “bonus mensile per fronteggiare le prime necessità” – come ha spiegato la viceministra dell’Economia Laura Castelli – parametrato al periodo di sospensione dell’attività lavorativa.

Si prevede anche un’implementazione del Fondo per le Pmi, in primo luogo “per sostenere una moratoria di crediti alle imprese da parte del sistema bancario”. Una moratoria sostenuta “da un sistema di garanzia”, come ha spiegato il ministro Gualtieri annunciando “sostegni alle aziende dei territori e dei settori al di fuori dei territori più colpiti che subiscono l’impatto sia delle misure di contenimento del virus sia delle sue conseguenze dirette e indirette”. Il secondo decreto legge economico sarà messo al vaglio la prossima settimana così da poter disporre fin da subito l’utilizzo effettivo delle risorse.

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