Letture in tempi di virus

Il Covid-19, virus fortemente contagioso per via aerea, sta mettendo in forte difficoltà il nostro Paese. L’economia è messa a dura prova, senza parlare della sanità. L’imperativo è contenere il contagio. A questo scopo, è stato siglato dal Presidente del Consiglio dei Ministri l’ormai famoso decreto nel quale si elencano misure drastiche atte a contrastare l’espandersi del Coronavirus. Non esistono più “zone rosse”, l’Italia intera è ormai di fatto una zona rossa. Inevitabile dunque la chiusura di cinema, teatri, sale da ballo e palestre. Tutti gli eventi culturali sono stati rinviati a data da destinarsi. Anche il caffè al bar non è visto di buon occhio.

In questo clima di socialità azzerata ecco allora che la riscoperta del tempo, che ora sembra scorrere più lento, in cui fa spesso capolino la noia, acquista un nuovo valore. La campagna televisiva #iorestoacasa, ripete come un mantra la raccomandazione di restare tra le mura domestiche.

L’occasione è perfetta per riscoprire la lettura, per cominciare finalmente a leggere quei libri impilati da mesi sui comodini anche se in questi giorni la Rete ripropone titoli in cui il protagonista è appunto un virus o in cui profezie all’epoca giudicate più che improbabili oggi lasciano esterrefatti.

È il caso per esempio di The eyes of darkness (pubblicato nel 1981) dello scrittore americano Dean Koontz, definito libro profetico, in cui si parla di un virus denominato Wuhan-400, proprio come la città cinese epicentro del Covid-19, creato in laboratorio come arma batteriologica.

Prima di Koontz, il premio Nobel per la letteratura Albert Camus descrive la situazione apocalittica causata dalla diffusione della peste bubbonica nel suo celeberrimo La peste (uscito 1947), anche se in realtà, in questo caso, la malattia, più che un’arma, rappresenta una metafora contro il nazismo. Nel 2003 esce il romanzo fantascientifico della canadese Margaret Atwood, L’ultimo degli uomini. La scrittrice narra le vicende di Jimmy, forse l’ultimo uomo rimasto in vita dopo un’epidemia, che deve difendersi da animali feroci che sono il risultato di esperimenti di ingegneria genetica.

Alla lista non poteva mancare Spillover: l’evoluzione delle pandemie di David Quammen, giornalista e reporter per il National Geographic. Uscito nel 2012 e classificato come saggio, risulta oltremodo premonitore. In realtà Quammen non si limita a fornire dati ma testimonianze, racconta aneddoti, realizza interviste. Partendo dall’evento scatenante l’epidemia, va a ricercare il paziente zero, ricostruisce i passaggi che hanno dato vita allo spillover (il salto di specie tipico delle zoonosi) e, soprattutto, individua gli animali in cui i virus vivono.

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