Al via il Premio iCapital 2020
È di non molto tempo fa (successiva a una presa di atto ad opera del Presidente Macron e alla stesura di un Documento franco-tedesco sulla politica industriale Comunitaria) la constatazione, in seno agli Organi UE, della scarsa produzione a livello di Innovazione e Strumenti d’Innovazione tecnologici-digitali in ambito UE, pur nella consapevolezza e constatazione condivisa degli attori coinvolti ai differenti livelli dell’alto livello qualitativo della produzione scientifica europea.
L’Unione Europea per arginare questa situazione di relativa stasi, per promuovere l’Innovazione e imprimere un’accelerazione decisiva allo sviluppo e alla crescita, avvalendosi di tutti gli strumenti e le opportunità offerte dall’utilizzo dei più moderni supporti messi a disposizione dalle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione, ha pensato all’istituzione di diversi meccanismi sia di tipo istituzionali che più strettamente operativo e tra questi rientra l’istituzione del Consiglio Europeo dell’innovazione, la creazione di meccanismi premiali come il Premio Capitale Europea dell’Innovazione, lo stanziamento di numerosissimi finanziamenti per agevolare la realizzazione di Start-up, la creazione di nuove, più efficaci ed efficienti realtà imprenditoriali.
La fase di ricezione delle candidature per l’edizione 2020 del Premio Capitale Europea dell’Innovazione ha avuto inizio qualche giorno fa allo Startup Youth InnoCamp di Cluj-Napoca in Romania. La Commissione Europea finanzia questo Premio nell’ambito del Programma di Ricerca e Innovazione UE Horizon 2020.
Il Premio, che consiste in una somma di denaro, è attribuito ogni anno a una Città europea che sia riuscita più delle altre e meglio delle altre a dimostrare in concreto la propria capacità di riuscire a sfruttare e saper sfruttare l’innovazione per migliorare il livello e le condizioni di vita dei cittadini. Si tratta di un Concorso aperto a Città che abbiano almeno 100.000 abitanti e rientranti tra le Città dei Paesi UE o, comunque, associate a HORIZON 2020.
La premiazione, consiste, come stavamo dicendo, in sei riconoscimenti assegnati a sei Città europee, la Città vincitrice riceverà un milione di euro che dovranno essere devoluti poi a finalità di amplificazione e diffusione delle sue Best Practices innovative, per diffondere tra gli altri Paesi UE le sue iniziative a sostegno di iniziative che uniscano in un connubio virtuoso e sinergico i cittadini, rappresentanti del settore pubblico, il mondo accademico, le imprese per raggiungere la miglior ricaduta delle iniziative a sostegno dell’innovazione poste in essere.
L’intento della Commissione è di riuscire a combinare lo sviluppo scientifico e la produzione industriale e tecnologica delle realtà imprenditoriali nei suoi differenti livelli, così da promuovere la realizzazione di meccanismi, mezzi e strumenti di innovazione che promuovano la realizzazione di nuovi Mercati, nella consapevolezza dell’impossibilità di prescindere dal prodursi di possibili rischi, che, comunque, preventivati devono essere gestiti e là dove possibile arginati, governandoli grazie agli strumenti di previsione statistica e probabilistica anche prima che diventino reali determinando problemi alla vita quotidiana di ciascuno di noi.
Ogni grande innovazione, del resto, lo sappiamo, consiste, piuttosto che nell’ottimizzazione dell’esistente, nell’assunzione e gestione di rischi calcolati che produrranno come effetto innovativo una decisa accelerazione delle realtà produttive, contribuendo allo sviluppo e al benessere socio-economico dei contesti sociali organizzativi, allo sviluppo delle realtà finanziarie a livello locale e sovranazionale.
Ma occorre apertura. Apertura a idee e spunti provenienti da “luoghi improbabili nell’interfaccia delle differenti tecnologie e discipline” umanistico o scientifiche che dir si voglia, dei molteplici settori, prospettive e chiavi di lettura specifiche e specializzate, in un contesto di cooperazione e collaborazione con le più grandi e sviluppate realtà del mondo industriale e livello internazionale, fattore, quest’ultimo, che come sappiamo e determinante per il determinarsi e l’avverarsi di scoperte che possano dirsi veramente rivoluzionarie. Il fine dovrebbe essere quello di agevolare la ricerca di “soluzioni radicalmente nuove”, ma la cui adozione implica troppi rischi per un piccolo-medio imprenditore.
Tutto questo per un motivo molto semplice: investire in ricerca e innovazione vuol dire investire nel futuro di ciascuno di noi, investire nel futuro stesso dell’Europa. Vuol dire scommettere e investire nella soluzione migliore e più efficace per la promozione di un modello di sviluppo sostenibile, di un benessere sociale diffuso contribuendo in modo deciso a trovare la soluzione per la riduzione dei principali problemi socio-economici che in questo momento storico affliggono le nostre Società.
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