Coronavirus, la risposta economica della UE

La sessione plenaria dell’Europarlamento si è svolta a Bruxelles ed è stata ridotta a un solo giorno, il 10 marzo, a causa delle limitazioni sanitarie precauzionali imposte dalla diffusione del Coronavirus. I deputati hanno discusso la diffusione della malattia COVID-19 con i rappresentanti di Commissione europea, Presidenza Croata e Consiglio, sottolineando il bisogno urgente di rallentare la diffusione in tutta Europa. Hanno anche invocato la solidarietà fra i paesi europei e la necessità di fondi per la ricerca contro i virus. Kit per test, maschere e macchine per la respirazione devono essere prodotti nell’UE e messi a disposizione di tutti gli Stati membri, più fondi per la ricerca congiunta, sostegno agli operatori sanitari che combattono il Coronavirus.

Stella Kyriakides, Commissario UE per la salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato che il COVID-19 è un’emergenza sanitaria che cambia di ora in ora. Gli Stati membri devono concentrarsi sul contenimento del virus per rallentarne la diffusione, in modo che i sistemi sanitari possano far fronte all’emergenza e che l’impatto sull’economia e sulla vita sociale sia il più limitato possibile. Molti deputati hanno sottolineato come sia necessaria la solidarietà dei Paesi UE, insieme a maggiori fondi per la ricerca sul virus. Il materiale medico necessario, come i kit per i test, le maschere e le macchine per la respirazione, dovrebbe essere prodotto all’interno dell’UE ed essere messo a disposizione di tutti gli Stati membri. Alcuni deputati hanno affermato come sia necessario disporre di una valutazione comune europea del rischio, per garantire che le stesse misure vengano applicate nelle aree che presentano lo stesso livello di rischio. Altri deputati hanno inoltre richiesto regole comuni per l’ingresso nell’area Schengen.

La Commissione Europea si è mossa in due direzioni rispetto l’emergenza Coronavirus, il lavoro sarà coordinato da cinque commissari: Janez Lenarčič è responsabile della gestione delle crisi; Stella Kyriakides è responsabile di tutti gli aspetti sanitari; Ylva Johansson è responsabile delle questioni relative alle frontiere; Adina Vălean è responsabile della mobilità; Paolo Gentiloni è responsabile degli aspetti macroeconomici. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “La pandemia del Coronavirus sta mettendo tutti noi alla prova. È non solo una sfida senza precedenti per i nostri sistemi sanitari, ma anche un duro colpo per le nostre economie. Il pacchetto economico considerevole annunciato oggi fa fronte alla situazione attuale; siamo pronti a fare di più in base all’evolvere della situazione stessa. Faremo tutto il necessario per sostenere gli europei e l’economia europea.”

La Commissione si avvarrà di tutti gli strumenti a sua disposizione per attenuare le conseguenze della pandemia, in particolare per assicurare le forniture necessarie ai nostri sistemi sanitari, preservando l’integrità del mercato unico e della produzione e distribuzione delle catene del valore; per dare un sostegno ai cittadini facendo in modo che reddito e posti di lavoro non vengano colpiti in modo sproporzionato, e per evitare che la crisi abbia un effetto permanente; per dare un sostegno alle imprese e assicurare che la liquidità del nostro settore finanziario possa continuare a sostenere l’economia; per consentire agli Stati membri di agire in modo risoluto e coordinato, sfruttando la piena flessibilità offerta nel quadro della disciplina degli aiuti di Stato e del patto di stabilità e crescita.

Per aumentare la prevenzione e il contenimento globali del virus Covid-19, nuovi finanziamenti per un valore di 232 milioni di euro sono stati decisi dalla Commissione Ue; di questi 114 milioni di euro sosterranno l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in particolare il piano di preparazione e risposta globale, spiega un documento della Commissione. Questo per rafforzare la preparazione all’emergenza nella sanità pubblica e il lavoro di risposta nei Paesi con sistemi sanitari deboli e capacità di ripresa limitata. 15 milioni di euro sono previsti per essere assegnati in Africa, in particolare all’Istituto Pasteur Dakar, in Senegal, a sostegno di misure quali la diagnosi rapida e la sorveglianza epidemiologica. 100 milioni di euro alla ricerca: 90 milioni per un partenariato pubblico-privato con l’industria farmaceutica alla ricerca di un vaccino e 10 milioni per progetti di ricerca su epidemiologia, diagnostica, terapia e gestione clinica nel contenimento e nella prevenzione. Infine 3 milioni di euro assegnati al meccanismo di protezione civile dell’Ue per i voli di rimpatrio di cittadini comunitari da Wuhan, in Cina.

Al fine di superare i tempi burocratici europei e i limiti di bilancio comunitari (la UE non attua imposizione fiscale autonoma), la Commissione ha deciso che saranno gli stati membri a fornire direttamente aiuti dai propri bilanci nazionali. Le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato consentono agli Stati membri di agire in modo rapido ed efficace per sostenere i cittadini e le imprese, in particolare le PMI, che incontrano difficoltà economiche a causa dell’epidemia di COVID-19. Gli Stati membri possono elaborare vaste misure di sostegno in linea con le vigenti norme dell’UE. I governi possono decidere sulle misure, ad esempio integrazioni salariali, sospensione dei pagamenti delle imposte sulle società e sul valore aggiunto, contributi sociali. Inoltre, gli Stati membri possono concedere direttamente un sostegno finanziario ai consumatori, ad esempio per servizi annullati o per biglietti non rimborsati dagli operatori interessati.

Le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato sono comprese nell’art. 107, queste consentono agli Stati membri di aiutare le imprese a far fronte alla carenza di liquidità e di erogare aiuti al salvataggio urgenti. Infine, l’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), del TFUE consente agli Stati membri di compensare le imprese per danni arrecati da eventi eccezionali, comprese misure nei settori dei trasporti aerei e del turismo. Per quanto riguarda il caso Italia nello specifico, l’impatto dell’epidemia di COVID-19 in Italia è di natura e portata tale da consentire il ricorso all’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE. E’ possibile quindi attuare misure nazionali supplementari di sostegno per porre rimedio al grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in questo caso. Per quanto concerne gli altri stati membri si valuterà la situazione secondo l’evolversi, nel frattempo la Commissione prepara un quadro giuridico specifico ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE, da adottare in caso di necessità. L a Commissione ritiene che la pandemia COVID-19 possa essere qualificata “evento inconsueto al di fuori del controllo del governo“, questo contempla la possibilità di prevedere spese eccezionali per contenere l’epidemia, ad esempio nel settore sanitario per misure di soccorso mirate a imprese e lavoratori. La Commissione è pronta a proporre al Consiglio di attivare la clausola generale di salvaguardia per fornire un sostegno più generale della politica di bilancio. Questa clausola sospenderebbe l’aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio in caso di grave recessione economica nella zona euro o nell’UE nel suo complesso.

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