Eroi di oggi
L’eroe, nell’era moderna, è colui che, di propria iniziativa e libero da qualsiasi vincolo, compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune. Questo dice Wikipedia. Questo è quello che io ho sempre pensato.
Adesso secondo me si abusa di questa parola; ogni momento c’è un eroe: il capitano di una nave da crociera che eroicamente è rimasto al comando della nave in preda alla paura del virus, rifiutato da qui e da lì. Lui impavido al suo posto scende per ultimo quando il problema è risolto. Eroe? Io direi un vero professionista che ha onorato il suo contratto e il codice del mare. Eppure, anche il Quirinale gli da un’onorificenza. A me sembra un abuso della parola, un fraintendimento; si fraintende la professionalità, l’attaccamento al lavoro, il senso del dovere con l’eroismo. Forse perché siamo più abituati alle brutte storie, di gente codarda e approfittatrice e quindi quando abbiamo una storia bella ma normale, ripeto normale, ne siamo inebriati e la chiamiamo eroismo.
A Napoli 249 operatori sanitari dell’Ospedale Cardarelli, il più importante della città, sono in malattia. Il contagio, in questo caso, non c’entra. Denuncia l’accaduto Ciro Mauro, direttore del Dipartimento Emergenze: “Penso a tutti gli operatori che sono al loro posto e penso anche a quelli che si nascondono dietro un certificato medico fasullo lasciando i colleghi da soli a lavorare”.
Ecco, se si deve parlare di eroi questi medici e infermieri che rimangono e affrontano turni massacranti sono gli eroi moderni. L’eroe esiste quando c’è una grande penuria di valori intorno. Questi medici che si nascondono dietro un certificato medico non fanno onore alla categoria. Ma esistono. Come gli sciacalli, quelli che si nutrono delle carogne. E sono una bella fetta di umanità.
Ho letto da molte parti che usciremo migliori da questo terribile momento; io non ne sono sicura. Forse sarà più evidente il carattere di ciascuno, le nostre debolezze e le nostre forze, ma sicuramente non migliori. Saremo quello che siamo, senza abusi di parole, chiamando le cose con il loro vero nome. Saremo solo esseri umani.
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